Rochdale Society of Equitable Pioneers (1865 photograph)

Nel lontano 1844 in Inghilterra nacque la prima cooperativa “Società dei Probi Pionieri di ” formata da 28 lavoratori, che, stanchi di lottare quotidianamente per sopravvivere alla miseria, decisero di unirsi per migliorare la loro esistenza. Nel 2021 tale scelta ha ancora un suo perché? L’esame svolto nel presente articolo ci permette di avere alcune risposte che la confermano.

Diventare soci lavoratori di cooperativa

Volendoci porre la domanda se ancora, nel 2021, ha un senso diventare soci lavoratori in cooperativa, è possibile fin da subito ritenere di poter confermare l’opportunità di una tale scelta, in particolare se si pensa alle continue crisi che affliggono il sistema industriale italiano. Nei fatti il sistema, che si poggia sull’assioma “fra i più deboli l’unione fa la forza”, sembra essere il più resiliente nei periodi di crisi. Per tale motivo appare corretto proporre ancora una volta la domanda: come si diventa soci di una cooperativa?

Innanzitutto, la persona interessata deve avere ben chiaro in quale tipo di attività intende inserirsi, considerato può essere possibile svolgere un’attività di lavoro in svariati tipi di cooperative, iniziando da quelle agricole per finire a quelle sociali.

Chiarito questo primo aspetto, sul piano operativo, l’ipotetico socio ha diverse possibilità:
1. insieme ad altre persone costituire una società cooperativa che può assumere anche la configurazione di start up;
2. presentare la domanda di ammissione a socio a una società cooperativa già costituita, elencando i suoi requisiti professionali;
3. rilevare, insieme ad altri, un’attività precedente svolta da un’impresa in difficoltà e trasformarla in cooperativa; ipotesi soprattutto valida nel particolare caso in cui si era dipendenti dell’impresa andata in crisi.
Nel primo caso è necessario che gli ipotetici soci facciano una valutazione di cosa il mercato offre e quale tipo di attività, corrispondente alle loro qualificazioni, sia in grado di offrire maggiore possibilità di lavoro. Individuato lo sviluppo auspicato è opportuno chiarire che, se si dà origine a una cooperativa start up, questa deve avere al suo interno figure professionali altamente specializzate nel settore di attività prescelta. Dopo aver valutato tutti gli elementi appena indicati e predisposto un progetto imprenditoriale unitamente a un piano economico finanziario, i soci possono costituire la cooperativa e iniziare a lavorare.
Nel secondo caso, invece, ci si trova di fronte a una cooperativa già esistente sul mercato, che, in ipotesi, ha acquisito una certa visibilità e, quindi, potrebbe offrire fin da subito una possibilità di lavorare.
Nel terzo caso, invece, come accennato, si ha l’ipotesi che i dipendenti di una società che sia andata in dissesto possano rilevarla impiegando il proprio Tfr per lo scopo.

Volendo portare alcuni esempi concreti di società che sono state rilevate dai dipendenti e trasformate in cooperative che attualmente stanno lavorando, si possono citare:
− Birra Messina, in Sicilia;
− Centro moda polesano, in Veneto;
− Cooperativa fonderia Dante (ex Ferroli) in Veneto.
Per come si è proceduto a descrivere le varie ipotesi di associazione in cooperativa, può apparire che tutta la vicenda si sviluppi in termini molto semplici. In effetti, però, non è tutto così semplice come potrebbe apparire.

Diventare socio di una cooperativa, infatti, significa diventare imprenditori di se stessi e proprietari del proprio posto di lavoro, assumendo su di sé quota parte dei rischi che sono propri della gestione di un’azienda, che viene condivisa con altri soci.

Essere soci di una cooperativa significa, infatti, essere condivisori, oltreché dell’impresa, anche della vita sociale, partecipando attivamente ai momenti di socializzazione insieme agli altri soci e, quindi, dedicando alla vita sociale della cooperativa ulteriore tempo e risorse (capitale sociale) rispetto al proprio impegno di lavoro. In funzione di ciò si è soliti citare che non ci si può assentare per motivi non giustificati; ma, finito l’orario di lavoro, inizia l’impegno organizzativo condiviso con gli altri soci, necessario per gestire al meglio l’azienda della cooperativa.

I vantaggi dell’associazione in cooperativa

Fatta la premessa che precede, è possibile addentrarsi nel tema proposto, esaminando nel dettaglio gli aspetti più significativi delle problematiche che si propongono. In primo luogo, è possibile considerare quali sono i vantaggi che offre il lavoro in cooperativa, ricordando sempre l’assioma iniziale: “fra i più deboli l’unione fa la forza”.

In relazione a ciò è possibile ricordare come la partecipazione al capitale sociale non rappresenti in genere, specialmente all’inizio, un grande onere. Si tratta, infatti, di contribuire con una quota che parte dall’importo minimo di 25 euro. L’importo messo a disposizione in tal modo dovrà comunque essere idoneo a coprire le spese di costituzione della cooperativa e a far fronte ai primi oneri per avviare l’attività prescelta.

Se si confronta questa modalità di avvio di una cooperativa con quella prevista normalmente per un’impresa commerciale, è possibile ricordare come, in questo secondo caso, per avviare l’attività, si ricorra in genere a finanziamenti con istituti di credito, indebitandosi inizialmente con i fornitori per l’acquisto di attrezzature e merci, rischiando quindi in prima persona, specialmente nel caso di società di persone, che, sul piano operativo, possono somigliare di più a una cooperativa, se l’attività non va bene.
Al contrario, nella cooperativa:
− i fondi necessari per l’avvio di attività si hanno dal capitale sociale di un numero possibilmente ampio di soci;
− tenuto conto della responsabilità limitata propria della cooperativa, il socio che vi partecipa non rischia il proprio patrimonio; − la quota sociale con la quale il socio partecipa è impignorabile;
− alle retribuzioni periodiche che il socio percepisce, possono essere aggiunti ulteriori somme, funzione del buon andamento della cooperativa, sotto forma di ristorni;
− il socio di cooperativa non diventa un mero dipendente dell’azienda ma permane quale entità ben definita e consapevole del proprio valore. Anche in tal caso può essere richiamato un ulteriore assioma: “più mi impegno, più guadagno, più sono soddisfatto della mia vita”.

Gli svantaggi dell’associazione in cooperativa

A fronte della narrativa tutta positiva appena sviluppata, quali possono essere gli svantaggi che si contrappongono? Si deve tenere conto, infatti, che la gestione di un’impresa cooperativa si sviluppa all’interno di soci che non sempre potrebbero avere un’idea convergente sullo sviluppo della società. Per questo motivo non sempre potrebbe avverarsi la condivisione dei programmi da realizzare e degli obiettivi da conseguire, sia sul piano sociale sia su quello aziendale.  È possibile rendersi conto di ciò analizzando le varie fasi della vita di una cooperativa, che potrebbero incidere negativamente sull’evoluzione dell’impresa e della partecipazione del singolo socio.
In particolare, si potrebbe determinare che:
− i soci non siano perfettamente in armonia fra loro;
− vi possano essere elementi ostativi nella gestione;
− si possano creare maggioranze particolari di soci in contrasto con altri per poter avere il predominio nella gestione;
− vi sia un comportamento dei soci amministratori finalizzato a loro esclusivo vantaggio, ancorché gestiscano beni comuni;
− vi sia da parte degli amministratori una gestione non adeguata dell’attività che possa mettere in crisi la cooperativa;
− si determini una crisi della cooperativa, sia per motivi esterni dovuti all’andamento del mercato, sia per motivi interni a seguito di errori di valutazione del mercato, di acquisti sbagliati, di produzione errata.

Può succedere, quindi, che la cooperativa abbia delle perdite invece che degli utili, per cui i soci siano a ripianarle con apporti personali, o, addirittura, si giunga al fallimento della cooperativa, con la conseguenza che i soci si ritrovino disoccupati.

In ogni caso, dall’analisi fatta dei pro e dei contro, si può rilevare che i vantaggi possano essere di gran lunga superiori agli svantaggi e, quindi, si ritiene di poter affermare che la società cooperativa offre ancora una grande opportunità a chi ha interesse a garantirsi un’occupazione e a crescere professionalmente nella ricerca di un futuro migliore. 

Silvana Lentini
ragioniere commercialista


Articolo pubblicato sulla Rivista Euroconference "Cooperative e dintorni"