Un forte segnale europeista nel “Manifesto per una nuova Europa” che la delegazione dell’Alleanza delle Cooperative Italiane - guidata dal presidente Mauro Lusetti e dai copresidenti Maurizio Gardini e Giovanni Schiavone - ha illustrato agli europarlamentari italiani presso la sede di Bruxelles del Parlamento Europeo.
Altro importante incontro è stato quello avuto tra Alleanza delle Cooperative Italiane e il rappresentante italiano all'interno della Commissione europea, Paolo Gentiloni, che si insedierà il prossimo 1° dicembre nella prestigiosa carica di Commissario agli Affari Economici e Monetari. "Abbiamo gettato le basi per un proficuo lavoro nei prossimi anni in Commissione Europea”, è stato il commento unanime dei rappresentanti di ACI, Mauro Lusetti, Maurizio Gardini e Angelo Chiorazzo.
Le cooperative italiane, per il contributo che hanno dato all’affermazione dei principi e dei valori della costruzione europea, sono senza dubbio europeiste; proprio per questo sostengono la necessità di un cambiamento necessario per dare risposta alle fratture sociali, economiche ed istituzionali prodotte da dieci anni di crisi, puntando sull’integrazione come strumento di sviluppo economico e sociale inclusivo e diffuso.
Il deputato 5stelle Aldo Penna, componente della Commissione Politiche UE della Camera e promotore dell’Intergruppo parlamentare sulle Disabilità ha commentato: “L’Alleanza delle Cooperative, durante l’incontro con i parlamentari europei italiani per illustrare il proprio Manifesto per una nuova Europa, ha presentato una serie di proposte - in armonia con le finalità della Coesione - che possono concorrere validamente a fornire soluzioni concrete allo stato di crisi generalizzata in seno all’Unione che affligge parti sempre più ampie dei vari settori produttivi. Un esempio è lo strumento del worker buy out: opportunamente supportate, le cooperative di dipendenti possono far uscire dalle secche della crisi centinaia di imprese piccole e medie. Naturalmente occorre un robusto impianto di misure di sostegno, che faccia superare ai nuovi dirigenti delle società le difficoltà finanziarie e siano in grado di aiutare le imprese a stare sul mercato.
Il settore della cooperazione, per le sue caratteristiche riconosciute e tutelate dall’articolo 45 della nostra Costituzione, deve essere sempre più incoraggiato e sviluppato, valorizzandolo come strumento strategico anche per la rivoluzione Green in Italia e il risanamento sociale delle immense periferie dei centri urbani.”“La cooperazione è un modello imprenditoriale resiliente, coesivo e sostenibile”, sottolinea Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “In quanto imprese dell’economia sociale, alle cooperative viene riconosciuto un ruolo essenziale nell’economia europea, specialmente in tempi di crisi. Rappresentano un modello eclettico, in aree come la gestione delle risorse culturali e della creatività, e per soggetti come i lavoratori autonomi e le professioni liberali. Un motore di innovazione sociale. Uno strumento strategico di sostegno al pilastro europeo dei diritti sociali, declinato nelle sue tre linee di azione - pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque, protezione sociale e inclusione - che raggruppano i 20 principi chiave attraverso cui si mira a creare nuovi e più efficaci diritti ai cittadini. È un modello versatile”, prosegue Cappadona, “che aiuta lo sviluppo sostenibile locale, come per le cooperative di comunità, ma anche la riconversione d’impresa, ricorrendo ai worker-buy-out. Promuove gli "spin-off sociali", che favoriscono l'integrazione dei lavoratori definibili come svantaggiati e in situazione occupazionale critica. Favorisce l’approccio intergenerazionale a lungo termine, per aziende radicate nell’economia locale”.
Il “Manifesto per una nuova Europa” dell'Allenza delle Cooperative Italiane
“In Europa - hanno sottolineato i rappresentanti dell’ACI durante l’incontro con gli europarlamentari del 12 novembre a Bruxelles - operano 176mila cooperative, con oltre 140 milioni di soci, che danno lavoro a più di 4,3 milioni di persone: una realtà economica e sociale che aspira ad un’Europa dei diritti, delle opportunità, della sussidiarietà, della sostenibilità, dell’economia sociale e della collaborazione tra i Paesi membri”.
Un obiettivo che, per essere raggiunto richiede, innanzitutto, una maggiore democratizzazione delle istituzioni europee, del loro funzionamento, dei processi decisionali e di rappresentanza, a partire dall’estensione a tutte le politiche comunitarie della centralità del ruolo del Parlamento europeo, in particolare attraverso lo strumento del potere di iniziativa legislativa.
Dall’Alleanza sono quindi venute proposte per la prossima legislatura europea su una serie di temi, a partire dall’esigenza di impostare un Social compact che realizzi il Pilastro dei diritti sociali, combatta la disoccupazione e riunifichi il continente evitando fenomeni di dumping contrattuale, prevedendo uno schema comune di riassicurazione delle indennità di disoccupazione, promuovendo l’infrastrutturazione sociale immateriale e il potenziamento del welfare attraverso sistemi mutualistici a tutela delle persone.
In relazione alla biodiversità imprenditoriale, la proposta è quella di sostenere le imprese cooperative attraverso la tutela della specificità di alcune norme fiscali relative al ristorno e alle riserve indivisibili e la promozione di un sistema IVA chiaro e proporzionato alle dimensioni di impresa e con le dovute attenzioni ad un sistema agevolativo per il settore sociale; la promozione e la tutela del credito cooperativo; la valorizzazione delle filiere agroalimentari strutturate in strumenti economici controllati dai produttori.
Accanto a questo, la richiesta di valorizzare l’autoimprenditorialità cooperativa, prevedendo forme specifiche di promozione e di sostegno per i workers buy out, anche come strumento per la successione generazionale di imprese, le cooperative di giovani e di donne, le cooperative di comunità che operano per lo sviluppo di aree interne depresse o a rischio di declino.
Forte l’interesse delle cooperative per il Green Deal Europeo, rispetto al quale l’Alleanza chiede di stimolare politiche innovative ed efficaci, che prevedano il coinvolgimento di tutti gli stakeholders, in tema di sostenibilità ambientale, prevedendo un sostegno alla transizione ecologica per imprese e lavoratori, un piano di investimenti che intervenga a favore di PMI o esperienze comunitarie nel campo ambientale e dell’economia circolare, la valorizzazione delle comunità energetiche.
Infine, relativamente al bilancio europeo e agli strumenti finanziari, dall’Alleanza è venuta la sollecitazione a rafforzare la dotazione di risorse e a destinarne una quota maggiore per la crescita e gli investimenti, ed a non deprivare di risorse e di senso la politica di coesione e la politica agricola comune.