Giuseppe Conte

Dodici punti per fronteggiare immediatamente la grave emergenza economica nel settore agroalimentare scaturita dall'allarme per il Coronavirus. 

Giovanni Basciano 93847"La nostra regione occupa  nell’agroalimentare nazionale un posto di primissimo piano, non solo per l’elevata qualità delle produzioni ma anche per le sue dimensioni: la Sicilia è prima in Italia nel settore vitivinicolo e nell’ortofrutta, terza nell’olivicolo, da sola rappresenta un quarto della pesca nazionale", afferma Giovanni Basciano, vicepresidente Agci Agrital.
"La gravità della crisi che seguirà l’epidemia in corso, necessita pertanto di provvedimenti ampi e lungimiranti, in grado di consentire una rapida ripresa a tutto il settore. Questo, occorre ricordarlo, è in larga parte costituito da imprese di piccola dimensione, dove le difficoltà saranno amplificate; pertanto occorre trovare soluzioni articolate che possano aiutare l’intero comparto senza lasciare fuori nessuna azienda o settore. Le richieste che abbiamo avanzato a nostro avviso vanno proprio in questa direzione".

Alleanza delle Cooperative (Agci, Confcooperative e Legacoop) richiamano l'attenzione del Governo Conte le problematiche economiche derivanti dalle misure di contenimento del COVID 19 segnalate dalle imprese associate.  

1. Richiesta da parte dei clienti di certificazione dei prodotti agricoli e agroalimentari che attestino il non contagio COVID 19 del prodotto. Tale richiesta, destituita da qualsiasi fondamento scientifico e giuridico, ha compromesso il volume di vendita delle imprese ubicate nelle Regioni attualmente interessate dai maggiori contagi (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna). Una prima risposta è stata data nel decreto legge n. 9 del 2 marzo 2020 (articolo 33), anche se la previsione di identificare tali richieste come “pratica sleale commerciale” esplica i suoi effetti all’interno del territorio nazionale e difficilmente potrà rappresentare un deterrente verso clienti Comunitari e/o di Paesi Terzi. E’ necessario un intervento a livello europeo. Ci sono comunicati casi di catene distributive estere che non confermano gli ordini, in attesa di capire meglio la situazione italiana (es. Slovenia e Austria); clienti esteri che hanno già notificato alle imprese un obbligo di comunicazione dei casi di contagio sul personale entro 24 ore dalla diagnosi positiva e richieste di imposizione di certificazioni/autocertificazioni assenza virus. Per quanto riguarda la relazione con Paesi Terzi serve intervento della Commissione UE: blocchi ed ostacoli commerciali produrrebbero gravi conseguenze non solo a breve termine ma anche per i prossimi anni con rischio maggiore per aziende ed imprese già in difficoltà (es. crisi cimice asiatica).  

2. Difficoltà per le imprese ubicate nelle “Zone Rosse” a livello di logistica e di svolgimento delle normali attività imprenditoriali a causa della difficoltà per soggetti terzi a raggiungere le aziende in quanto vengono fermati ai varchi. Ci sarebbe bisogno di una maggiore informazione alle Autorità preposte ai varchi al fine di consentire l’ingresso dei soggetti autorizzati. Si veda anche Comunicazione del Ministro Bellanova al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute (si allega nostra informativa che riprende i contenuti della nota).  

3. Problemi della logistica e dei trasporti di ortofrutta fresca e dei molluschi, in quanto merce fortemente deperibile, legati alla necessità di garantire fluidità ai flussi commerciali; rischio di controlli aggiuntivi che potrebbero esser chiesti in esportazione; si assiste in alcuni porti ad un aumento anomalo ed ingiustificato dei costi per i container; blocco di autotrasportatori in Romania;  

4. Difficoltà con il personale: le nostre imprese associate riferiscono che il personale dipendente, soprattutto straniero, decide di non rientrare sul posto di lavoro per timore di contrarre il virus ed essere obbligato alla quarantena all’ingresso nel Paese di Origine (Romania Bulgaria) ancorché l’impresa sia ubicata fuori dai comuni “focolaio”. Risulta complicato anche il reperimento di manodopera sostitutiva. Naturalmente la mancanza di personale rallenta le attività di impresa e può compromettere le relazioni commerciali con i clienti acquisiti limitando la capacità di soddisfare gli ordinativi. Chiediamo che l’istituto della codatorialità e del distacco previsto per il contratto di rete tra imprese agricole sia esteso anche ai rapporti socio agricoltore e cooperativa agricola. Questo potrebbe in questa fase aiutare a ottimizzare l’utilizzo degli operai agricoli, limitando i danni derivanti da carenza di manodopera.  

5. Calo drastico degli ordini in particolare da parte del canale Horeca e della ristorazione collettiva. Questo fenomeno, riscontrato in prima battuta nelle Regioni in cui i contagi sono stati più significativi, oggi si registra in tutto il territorio nazionale.  

6. Mutui a tasso zero: Chiediamo che la previsione di mutui a tasso zero (articolo 33 del DL n. 9/2020) sia estesa alle imprese cooperative agroalimentari su tutto il territorio nazionale. Inoltre, tale disposizione andrebbe estesa anche alle imprese della Pesca e dell’Acquacoltura operanti nelle Regioni di Emilia Romagna, Veneto e nelle Provincie di altre Regioni interessate dai provvedimenti di restrizione. Più in generale anche le altre misure di sospensione dei pagamenti devono essere estese, per un periodo di 12 mesi, alle imprese agroalimentari e della pesca che operano su tutto il territorio nazionale. Inoltre è necessario chiarire che le disposizioni relative al Fondo di garanzia per le PMI di cui all’articolo 25 del DL n. 9 del 2 marzo 2020 si applicano anche alle imprese agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura ubicate non solo nelle tre regioni interessate (Emilia Romagna; Veneto Lombardia).  

7. Estensione dell’ambito di applicazione della Cassa Integrazione in deroga: Per quanto concerne le misure di estensione della Cassa Integrazione in deroga (articolo 15 del DL n. 9/2020) anche in questo caso riteniamo doveroso estendere la misura non solo alle imprese ubicate nelle Regioni e/o Provincie maggiormente colpite dal contagio e chiarire che la misura si applica anche alle imprese della Pesca e dell’Acquacoltura.  

8. Differimento, per almeno 12 mesi, dell’entrata in vigore del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n.14 - Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155. L’applicazione delle nuove disposizioni e dei parametri in una situazione di crisi economica, qual è quella attuale, avrebbe un effetto dirompente sulla tenuta delle nostre imprese.  

9. Rinvio dei termini correlati a progetti di investimento finanziati con fondi nazionali e/o europei. La situazione emergenziale sta impattando sui tempi di realizzazione e rendicontazione dei progetti di investimento finanziati con risorse pubbliche. Si pensi, ad esempio, alle progettualità finanziate con il Programma nazionale triennale della Pesca e dell’Acquacoltura.  

10. Revisione dei cronoprogrammi di cui all’art. 23, comma 1 ter della legge n. 196 del 2009. La norma si rende necessaria per evitare meccanismi di disimpegno automatico delle risorse allocate in bilancio e non spese entro l’anno in corso.  

11. Promuovere e favorire l’utilizzo di sistemi di comunicazione digitale (ad. esempio posta elettronica certificata) nei rapporti tra PA e imprese. La misura si rende necessaria, ad esempio, laddove si è previsto un accesso contingentato negli uffici pubblici che hanno rapporto con l’utenza per evitare assembramenti.  

12. Sugar tax e Plastic tax. Con riferimento alle due nuove tasse introdotte dalla legge di bilancio per il 2020 ne chiediamo la sospensione.