Commissione Lavoro pubblico privato Camera

Audizione Alleanza (AGCI, Confcooperative, Legacoop) in Commissione Lavoro Camera sulla proposta di legge Costanzo in materia di società cooperative.

Contrastare con forza le false cooperative, che danneggiano la reputazione di quelle sane è un obiettivo importante.
Ma è altrettanto indispensabile una lotta contro tutte le false imprese, in quanto il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori e della concorrenza sleale riguarda tutte le forme societarie di impresa e, nella stragrande maggioranza dei casi, forme di impresa diverse da quella cooperativa, come, in modo particolare ma non solo, le srl semplificate cresciute a dismisura negli ultimi anni: dal 2012 (anno di introduzione della tipologia) al 2017 sono passate da 3.968 a 50.190, mentre le cooperative da 7.790 a 5.839.

È quanto hanno sottolineato i rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI, Confcooperative, Legacoop) nel corso dell’audizione presso la Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera, sulla proposta di legge C. 1423 Costanzo, recante “Disposizioni in materia di società cooperative, appalto, somministrazione di lavoro e distacco di lavoratori”.

“La legge 142/2001 sul socio lavoratore sulla quale interviene il provvedimento in esame -secondo l’Alleanza- rappresenta una pietra miliare del diritto cooperativo che ha contribuito a risolvere problemi interpretativi e ha dato valore al rapporto associativo ponendolo in equilibrio con il rapporto di lavoro”.

Negli ultimi anni, anche come diretta conseguenza della mobilitazione “Stop alle false cooperative” promossa dall’Alleanza delle Cooperative con la raccolta di 100mila firme per una legge di iniziativa popolare, sono intervenute importanti evoluzioni normative già nella legge di bilancio per il 2018, dove viene stabilito, tra l’altro, lo scioglimento per atto di autorità e l’obbligo della devoluzione del patrimonio per le cooperative che si sottraggono all’attività di vigilanza o non rispettano finalità mutualistiche; e, ancora, l’ampliamento della gamma degli strumenti sanzionatori, sino al divieto dell’amministratore unico e dell’amministratore a tempo indeterminato.

“In parallelo – hanno detto i rappresentanti dell’Alleanza- non c’è però stato un rafforzamento del sistema della vigilanza che a oggi risulta ancora carente; inoltre le disposizioni introdotte hanno prodotto il rafforzamento della base legale della cooperazione genuina, ma anche un aggravio burocratico sul funzionamento delle cooperative”.

“Pratiche come il massimo ribasso -secondo l’ACI- favoriscono i soggetti che fanno abitualmente ricorso all’evasione fiscale e contributiva e alla compressione del costo del lavoro”. Inoltre, la mancanza di strumenti di misurazione della rappresentanza, “ha favorito la proliferazione di contratti, sottoscritti da organizzazioni prive di reale consistenza associativa, che hanno prodotto distorsioni della leale concorrenza danneggiando le imprese sane e i lavoratori”.