agrinsiemeAgrinsieme è il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane (che a sua volta ricomprende Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare).
Agrinsieme è portatore di un nuovo modello di rappresentanza. Il coordinamento integra, infatti, storie e patrimoni di valori che non vengono annullati, ma esaltati in una strategia unitaria fortemente orientata al futuro. Agrinsieme costituisce, pertanto, un reale valore aggiunto rispetto a quanto le Organizzazioni hanno realizzato e continueranno a realizzare autonomamente.


Sul ruolo del comparto agroalimentare nel sistema produttivo, la strategia sindacale di Agrinsieme e le sue ricadute sulle politiche locali e settoriali abbiamo chiesto un commento a Giovanni Basciano, vicepresidente nazionale Agci-Agrital.

 

Giovanni Basciano, vicepresidente AgritalCosa rappresenta oggi l’agroalimentare nel nostro paese

Il comparto agricolo ed in generale l’agroalimentare in Italia rappresenta una fetta importante della realtà produttiva del Paese. Noi pensiamo che sia l’elemento centrale della struttura economica ed occupazionale italiana, nonché una garanzia per la tutela della cultura, del territorio e dell’ecosistema. Oltre 1,5 milioni di aziende agricole gestiscono buona parte del territorio nazionale (più di 17 milioni di ettari, praticamente il 60%) con una dimensione economica  complessiva di circa 250 miliardi di euro, pari al 16% del Pil nazionale. Gli occupati sono oltre tre milioni, impiegati direttamente in agricoltura e nei vari settori a monte ed a valle di tale attività produttiva. Per quanto riguarda la cooperazione questa è un sistema di circa 6.000 imprese cooperative di 1° e 2° grado di assoluto rilievo sul piano sociale (oltre 860.000 soci) ed economico (un fatturato di 35 miliardi di euro) che rappresenta il 36% della PLV agricola nazionale nonché il 24% del fatturato complessivo del settore alimentare.  Le cooperative italiane, inoltre, si caratterizzano per un livello di mutualità tra i più alti nell’Unione Europea in quanto l’86% della produzione utilizzata deriva da conferimenti dei soci.

I cambiamenti in corso come stanno influenzando il settore e la sua organizzazione

È in atto una ridefinizione dell’assetto istituzionale sia a livello europeo che a livello nazionale, questo richiede nuovi approcci e nuove metodologie di intervento  da parte delle organizzazioni di rappresentanza agricole. Le Organizzazioni – Cia, Confagricoltura e l’Alleanza delle Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare (Agrital Agci, Fedagri Confcooperative e Legacoop Agroalimentare) – hanno dato cosi vita ad un nuovo sistema di rappresentanza con la costituzione di un Coordinamento Associativo denominato “Agrinsieme”, che dal livello nazionale, rapidamente è passato al coordinamento regionale ed ora si sta estendendo anche a quello provinciale, per una migliore definizione di strategie di sviluppo che possano dare un contributo alla crescita economica e sociale del Paese, valorizzando le risorse imprenditoriali del settore.  Agrinsieme vuole essere un momento di discontinuità rispetto alle logiche della frammentazione del passato ed è portatore di un nuovo modello di rappresentanza, in quanto integra le  storie e i patrimoni di valori di ciascuno, esaltandoli all’interno di in una strategia unitaria orientata al futuro.  Il Coordinamento rappresenta  interessi comuni e una prospettiva di sviluppo condivisa; il Coordinamento si fonda quindi sulla sistematica ricerca della condivisione delle analisi e delle proposte politico-sindacali, ma con la costante attenzione all’efficacia ed alla responsabilità nei confronti del settore agricolo. Il Coordinatore di Agrinsieme (nazionale, regionale o provinciale) è uno dei Presidenti delle Organizzazioni socie, con una turnazione della durata di un anno. Il Coordinatore è supportato da un Comitato espressione delle organizzazioni associate.

Quali sono gli obiettivi generali a breve che si pone Agrinsieme?

Prima fra tutte la definizione di  politiche per favorire l’aggregazione delle imprese agricole in strutture economiche fortemente orientate al mercato interno e, sempre più, a quello internazionale. Saranno intrapresi programmi e progetti concreti, a livello nazionale e sul territorio, che impegnino unitariamente le organizzazioni socie ad analizzare le diverse opportunità, anche attraverso le strutture economiche esistenti, per politiche di filiera e di regolazione dei mercati.  Il rafforzamento delle relazioni con l’industria agroalimentare e con la GDO; l’innovazione in azienda attraverso il rilancio della ricerca ed il supporto al trasferimento dell’innovazione; sostegno reale al ricambio generazionale; politiche mirate alla definizione di strumenti per il credito nell’ambito di relazioni con il mondo creditizio.
Poi una sistematica azione per ottenere la  semplificazione burocratica: una decisa azione per il riordino degli Enti e delle strutture operative nel settore agricolo ed agroalimentare; semplificazione del meccanismo AGEA e revisione del sistema SIN; unificazione di competenze sia in ambito nazionale che regionale per ridurre gli interlocutori amministrativi delle imprese agricole.

In particolare, quali sono gli interventi da considerare strategici per la Sicilia?

Impegno forte e convinto per una corretta gestione delle risorse naturali (suolo ed acqua), riassetto territoriale e salvaguardia del paesaggio agrario, per coniugare produttività e sostenibilità e valorizzare il ruolo delle aziende agricole; svilluppo delle energie da biomasse e delle nuove opportunità della “chimica verde”, con logiche di integrazione rispetto alle prioritarie finalità alimentari dell’agricoltura.
Un programma economico a iniziare dai settori dei cereali, del pomodoro, degli agrumi, della zootecnia, partirà su diverse aree territoriali, ed anche sulla base della progettazione che le stesse imprese stanno prefigurando attraverso iniziative di rete e di aggregazione, ma che già ci ha visto attivi nella battaglia contro l’IMU agricola ed ora sulla revisione degli estimi catastali.