Gaetano Armao e Michele Cappadona

Commissione UE contesta al Governo Conte che Italia non investe proprie risorse pubbliche al Sud nella misura stabilita, rendendo vano l’intervento dei fondi europei.

Il vicepresidente della Sicilia Gaetano Armao presenta un esposto denuncia per violazione del principio di addizionalità da parte dello Stato nei confronti della Regione.

La Commissione UE suona l’allarme. Se non verrà mantenuto l’impegno di un adeguato livello d’investimenti pubblici statali nel Mezzogiorno, l’Italia rischia il taglio dei fondi strutturali. È il monito contenuto nella lettera che il direttore generale per la Politica regionale della Commissione Ue, Marc Lemaitre, ha inviato al governo giallorosso, "indicando le cifre più che preoccupanti sugli investimenti al Sud, che sono in calo e non rispettano i livelli previsti per non violare la regola Ue dell'addizionalità".

“È intollerabile per l’economia e le imprese della Sicilia, che da sempre lamentano l’assenza del dovuto sostegno da parte dello Stato, assistere addirittura al continuo diminuire degli investimenti nel Mezzogiorno”, dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane”.
Per garantire un effettivo impatto economico, il principio di 'addizionalità' stabilisce che i fondi strutturali non sostituiscano la spesa pubblica, ma che rappresentino un 'valore aggiunto'. L'impegno contenuto nell'accordo di partenariato siglato dall'Italia e da Bruxelles per il 2014-2016 era d'investire al Sud risorse pubbliche pari allo 0,47% del Pil del Mezzogiorno, mentre - indica la lettera della Commissione - i dati parlano dello 0,40%. Pur sembrando minima, la differenza di 0,07 punti percentuali equivale a circa il 20% in meno di risorse pubbliche spese sul territorio. E la tendenza per gli anni successivi non fa ben sperare. Se si guarda al 2014-2017, il tasso d'investimenti scende allo 0,38%. L'impegno italiano è invece quello di garantire un livello di spesa pubblica al Sud pari allo 0,43% del Mezzogiorno per il 2014-2020.
“Apprezziamo e sosteniamo come Agci l’iniziativa del vicepresidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao, che ha denunciato l’Italia all’Ue per la violazione del principio di addizionalità”, prosegue Cappadona. “È scandaloso e destabilizzante aver utilizzato da sempre i fondi strutturali comunitari in termini sostitutivi e non aggiuntivi agli investimenti dovuti alla Sicilia ed al SUD, mentre quelli statali sono stati drasticamente ridotti. Le infrastrutture del Mezzogiorno sono da Terzo Mondo, la Sicilia si vede negato il diritto alla continuità territoriale, i collegamenti aerei sono inadeguati e con costi dei voli elevatissimi, tutte le infrastrutture propulsive dell’economia sono inestistenti, sulla carta, oppure cantieri eterni fonti di spesa senza fondo. Dove in Europa la gestione dei rifiuti è fonte di ricchezza pubblica, qui inquiniamo le nostre inestimabili ricchezze ambientali e sperperiamo il denaro dei cittadini perché gli unici impianti di smaltimento che funzionano sono quelli privati, che i nostri Comuni sono costretti a pagare a caro prezzo. Ciò che emerge anche dalla denuncia di Marc Lemaitre è constatare che nonostante lo stato di abbandono contro cui protestiamo da sempre, gli investimenti statali decisi dai nostri politici addirittura diminuiscono. Il degrado strutturale, la mancanza d’investimenti strategici, la crisi finanziaria, i Comuni senza risorse economiche e le imprese che chiudono, causano beffardamente la fuga dei nostri giovani, di quei cervelli e risorse umane - cioè la forza e la speranza delle nostre comunità - cui dovrebbe essere affidato il futuro della Sicilia. Occorre con forza reclamare e combattere per ottenere la restituzione dei nostri diritti, di cui continuiamo a essere defraudati”.

"Non conosco nessun altro Paese che ha una situazione così debole" per quanto riguarda gli investimenti pubblici, ha spiegato il lussemburghese Lemaitre a nome della Commissione. "Gli sforzi europei fatti attraverso il bilancio comunitario sono stati neutralizzati dai tagli agli investimenti pubblici nel Mezzogiorno", ha continuato il direttore generale per la Politica regionale UE, "questo è legato anche alla capacità amministrativa, ma siamo certi che con un'attenzione adeguata dedicata a questo campo potrebbero esserci molti investimenti pubblici in più al Sud. E allora, forse, cominceremmo a fare la differenza".
La Commissione attende quindi di sapere dal Governo Conte quali misure intende intraprendere per invertire la tendenza e garantire un adeguato livello d'investimenti al Sud. Nel caso in cui non fossero rispettati gli impegni presi con Bruxelles, il passo successivo della Commissione sarebbe quello di attuare la prevista "rettifica finanziaria", che significa un taglio dei fondi strutturali.