Assessorato Famiglia Regione SicilianaContinua il braccio di ferro tra le imprese cooperative siciliane e l’Amministrazione Regionale, colpevole, secondo il sistema cooperativo regionale, di adottare misure politiche inefficaci e spesso improvvisate senza il coinvolgimento dei diretti interessati.

Si trascina da anni la questione irrisolta dei debiti delle P.A. verso le imprese cooperative, costrette per restare sul mercato a ricorrere al sistema del credito bancario.     
“Ma il problema non riguarda soltanto le pubbliche amministrazioni” avverte Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, “riceviamo sempre più spesso allarmanti segnalazioni di imprese cooperative operanti nel settore agro-alimentare che lamentano ritardi nei pagamenti che superano i 180 giorni da parte dei centri commerciali e della grande distribuzione organizzata presente sul territorio regionale ai quali le nostre associate forniscono i propri prodotti. Che fine ha fatto il D.Lgs 192/2012?”.
Il citato decreto legislativo, emanato nel novembre del 2012, recepiva la direttiva europea 2011/7/UE in materia di lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, ma la mancata attuazione dello stesso portò, dopo soli due anni, all’apertura di una procedura di infrazione dell’Unione Europea nei confronti dell’Italia.
“Come purtroppo spesso accade, anche in questo caso il nostro Paese, e ancor più la nostra regione, rappresentano il fanalino di coda, rispettivamente, a livello europeo e nazionale” prosegue Michele Cappadona “se consideriamo che la media europea dei pagamenti alle imprese è al di sotto dei 20 giorni”.
La soluzione, per Michele Cappadona, è “l’istituzione di un tavolo permanente che vigili sulla questione affinché il governo regionale possa provvedere tempestivamente all’accelerazione dei pagamenti dei propri debiti e invitare il legislatore a trovare soluzioni per snellire le procedure di risoluzione giudiziarie relative alle controversie tra i privati ma anche di quelli tra imprese private. Mi auguro che il Presidente Crocetta accolga tale proposta che l’AGCI lancia pubblicamente”.

Ed è proprio alla concertazione che Palazzo d’Orleans sembra mostrare disinteresse, dal momento che, come rileva il presidente di AGCI Sicilia “la nostra Associazione ha più volte richiesto incontri con i vertici dell’amministrazione regionale”, sottolineando come spesso vengano emanati atti di governo inadeguati, quando non in contrasto, alle esigenze rilevate dai rappresentanti del sistema produttivo ed economico regionale, poco o nulla coinvolti a monte del procedimento legislativo.

A tal proposito, nell’ambito della cooperazione sociale, a gettare benzina sul fuoco è l’emanazione del decreto presidenziale n. 513/GAB del 18/01/2016 che definisce gli standard strutturali ed organizzativi delle strutture di accoglienza di secondo livello per i minori stranieri non accompagnati (MSNA) e per il quale, annuncia il presidente regionale di AGCI Sicilia, l’Associazione, condividendo la preoccupazione delle proprie associate, ha già provveduto a richiedere con urgenza un incontro con l’Assessore ed il Dirigente Generale dell’Assessorato regionale della Famiglia e delle Politiche Sociali.
Nella sostanza il decreto impone alle cooperative sociali che gestiscono le strutture di accoglienza per minori di decidere se occuparsi esclusivamente di minori nativi o minori stranieri non accompagnati, per i quali sono appunto previste delle strutture ad hoc. “E’ un provvedimento discriminatorio che impedisce il naturale processo di integrazione dei minori stranieri all’interno del territorio, particolarmente in un’età, quella minore, in cui è alta la propensione dei ragazzi ad accogliere la cultura del contesto di riferimento ed in cui il confronto con i propri coetanei nativi non può che giovare” tuona Silvana Strano, responsabile regionale di AGCI Solidarietà (l’organismo settoriale che raggruppa e rappresenta tutte le cooperative sociali aderenti all’Associazione Generale delle Cooperative Italiane).
Oltre al danno, la beffa: le strutture che accoglieranno esclusivamente i minori stranieri non accompagnati riceveranno soltanto il contributo erogato dal Governo nazionale a titolo di retta giornaliera pari a 45,00 euro per singolo utente, a fronte di una retta giornaliera di 76,61 euro prevista per le comunità alloggio per minori nativi, cifra nella quale al suddetto contributo nazionale si aggiungono 31,61 euro erogati direttamente dalla Regione Sicilia o per il tramite dei Comuni. “Una discriminazione nella discriminazione” prosegue Silvana Strano “si tratta di una disparità economica assolutamente ingiustificata dal momento che le strutture di accoglienza per minori stranieri non accompagnati sono equiparate alle normali comunità alloggio per minori. Se si considera questo, e dunque assumendo che i costi di gestione e le spese per il personale siano analoghi, ed anzi data la necessità di personale qualificato richiesto dal decreto, non è difficile capire che per la salvaguardia del servizio e di tanti posti di lavoro il solo contributo erogato dal governo non è sufficiente”.

Ad aggravare la situazione si aggiungono poi non soltanto i già discussi ritardi dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, ma anche il blocco delle somme da parte del governo a causa dei quali in taluni casi vengono persino sospesi gli inserimenti dei minori presso le strutture di accoglienza.

Tirando le somme, tra problematiche condivise con altri tipi di impresa e problematiche peculiari del sistema cooperativo, l’impressione è che a pagarne le spese sia sempre il sistema imprenditoriale nonché, come il caso dei MSNA, le fasce più deboli della popolazione.

L’Agci Sicilia sarà presente con i suoi Dirigenti e le cooperative aderenti alla Manifestazione del 13.04.2016 che avrà luogo presso l’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro in via Trinacria 36 a Palermo.