Michele Cappadona 2017 760

Il tema del capitale sociale, che durante la crisi Covid in Italia ha fatto la differenza, viene ripreso da Ferruccio De Bortoli su 'Buone Notizie', con un editoriale che sottolinea le criticità sul settore della «social economy», verso cui l’Europa ha posto invece grande attenzione.

“L’autunno di quest’anno terribile sta arrivando. L’emergenza Covid ha visto in prima linea, accanto agli operatori delle strutture sanitarie, con generoso spirito di abnegazione e valoroso impegno quotidiano, soci e lavoratori delle imprese sociali e volontari del Terzo settore”, dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione generale delle cooperative italiane - Agci Sicilia.
“Il ruolo di cooperative e associazioni di volontariato si è rivelato fondamentale e insostituibile per arginare l’emergenza dovuta alla pandemia. Non c’è dubbio che la loro presenza attiva è servita a scongiurare che le conseguenze del coronavirus fossero addirittura ancora più gravi. La crisi ha rivelato quanto grandi siano i limiti e le carenze del sistema assistenziale e sanitario italiano, sia pubblico che privato. Una responsabilità gravissima, che dipende dalla cecità politica e dalla mancata piena attuazione delle normative di settore, le cui norme fondamentali, le leggi 266 e 381 del 1991, compiono trent’anni. La grande ipocrisia è ora non fare corrispondere ai tanti pubblici ringraziamenti per i sacrifici degli “angeli” negli ospedali e nei servizi di assistenza sociale, alcuna coerente concreta strategia di sostegno e sviluppo del settore della solidarietà.
Il welfare non è solo sanità, ha ricordato De Bortoli. È fatto anche di altre cure, sostegni, vicinanze, affetti. Un ‘cuscino sociale’ per proteggere la parte più debole del Paese, degli invisibili, dei dimenticati. All’interno del Terzo settore, l’attività di solidarietà e assistenza garantita dal mondo della cooperazione costituisce una tutela irrinunciabile per la parte più fragile della società".

"La disattenzione politica verso capitale sociale e ‘social economy’ non riguarda solo governo e legislatore nazionale, ma anche le amministrazioni pubbliche locali", sottolinea Michele Cappadona. "Le modalità con cui vengono gestite a tutti i livelli le procedure che riguardano le attività di assistenza in Sicilia sono desolanti. Le imprese sociali sono sottopagate e viene loro imposto un cronico regime di ritardi nell'erogazione delle spettanze, a scapito naturalmente della qualità dei servizi ai cittadini in stato di disagio che ne hanno costante bisogno.

L’assenza di una seria politica nazionale e regionale del settore della solidarietà stride con il rilievo e la considerazione che viene posta su questi temi delicati a livello europeo. Nella Commissione von der Lyen il lussemburghese Nicolas Schmit è il commissario con delega speciale all’economia sociale, mentre nel governo Conte esercita un'analoga delega di settore il palermitano Stanislao Di Piazza, sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali con delega al Terzo settore. Uno dei punti critici del nostro Paese resta la debole capacità di impiegare, e in maniera efficace, le risorse UE. Fondi di coesione e Next Generation Eu sono strumenti da cui dipende letteralmente la sopravvivenza economica dell’Italia - conclude Cappadona -. La consistenza dei fondi dipenderà anche dalla coerenza con l’Action plan for social economy dell’esecutivo di Bruxelles e dall’essere in grado realizzare investimenti concreti a favore della sostenibilità sociale e ambientale. Alla piena realizzazione di questo obiettivo guarda con attenzione il mondo della cooperazione”.