PNRR 2020

 Riforma e resilienza, Alleanza Cooperative: "Su obiettivi operativi e investimenti per il successo del PNRR servono scelte condivise tra il Governo e le parti sociali".

“Le risorse ‘straordinarie’ del Next Generation EU vanno impiegate con sguardo lungo e metodologie rendicontabili, efficienti e produttive, per ricostruire e rilanciare il Paese nel segno di un’economia diversa, in cui le persone, il bene comune, la salute dei cittadini vengano prima dell’interesse individuale. Per questo, nel nostro documento ‘Ricostruire l’Italia cooperando’ proponiamo un Piano nazionale per lo sviluppo sostenibile, articolato in iniziative e progetti strategici per il Paese”.
Lo ha detto il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (ACI), Mauro Lusetti (Legacoop), anche a nome dei copresidenti Giovanni Schiavone (Agci) e Maurizio Gardini (Confcooperative), durante l’audizione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza - PNRR presso le Commissioni riunite Politiche dell’Unione Europea e Bilancio del Senato.
“La nuova politica economica e fiscale europea che si sta costruendo, di segno ben diverso dal rigore degli scorsi anni -sottolinea Lusetti- chiama la classe dirigente allargata di ciascun paese all’assunzione di responsabilità verso le generazioni future. Il piano che proponiamo, in linea con i principi dell’Agenda 2030, rappresenta il nostro contributo alla definizione di un PNRR che sia espressione di scelte condivise, da assumere con il coinvolgimento delle parti sociali più rappresentative, e non una mera sommatoria di progetti. All’obiettivo del governo di raddoppiare il tasso di crescita economica debbono concorrere tutti, aumentando la quota di investimenti delle imprese, i posti di asilo nido disponibili, i consumi responsabili e le imprese impegnate nell’economia circolare, l’occupazione femminile e le imprese giovanili”.
Andranno inoltre colte le indicazioni di riforma rivolte dall’UE al nostro paese, a partire da quelle del sistema fiscale, nel senso di una maggiore semplificazione, trasparenza e progressività, e della pubblica amministrazione, per migliorarne le competenze, il ricambio generazionale e l’efficienza.
Il presidente dell’Alleanza delle Cooperative si è quindi soffermato su alcune priorità del documento “Ricostruire l’Italia cooperando”, sulle quali il sistema cooperativo sta predisponendo progetti dettagliati coerenti con le missioni strategiche e le linee guida adottate per il PNRR. Si tratta di Sanità e welfare, per i quali il sistema cooperativo identifica nella prossimità un cardine dell’universalità del servizio e sostiene la necessità di un piano corposo di riforme e investimenti; Cultura e turismo, con la proposta di specifiche misure che permettano la riattivazione di tali settori e ne favoriscano la modernizzazione e la digitalizzazione, come un credito di imposta per l’innovazione; superamento di alcune debolezze del sistema economico italiano, potenziando l’aiuto alla crescita economica (ACE), riformando la tassazione dei premi di produttività e valorizzando l’esperienza dei workers buyout anche nei processi di trasmissione delle imprese con problemi di successione generazionale, attenzione alle Banche di territorio e una nuova filosofia per la gestione dei NPL (crediti deteriorati); Innovazione e digitalizzazione, mantenendo e potenziando per tutti i tipi di impresa il credito di imposta 4.0 e promuovendo la creazione di piattaforme digitali cooperative, imprese mutualistiche di gestione e proprietà delle piattaforme digitali e dei dati prodotti; Politica energetica e ambientale, recependo la direttiva europea per la costituzione di comunità di energia rinnovabile, riconoscendo le cooperative e le imprese di comunità quali “imprese sociali di comunità”, al centro di progetti relativi alla digitalizzazione e innovazione tecnologica, alla rivoluzione verde e all’inclusione sociale e territoriale; Mezzogiorno, considerando il Recovery Plan come un’occasione storica per il riequilibrio territoriale e lo sviluppo dell’area già colpita duramente dalla crisi decennale.

Michele Cappadona Viviamo un momento epocale per l’economia del Mezzogiorno. La solidarietà europea in conseguenza alla crisi Covid19 ha messo in moto risorse in grado di riequilibrare lo spaventoso gap storico in cui si trovano le regioni del Sud del nostro Paese. Il documento programmatico ‘Ricostruire l’Italia cooperando’ elaborato dall’Aci disegna una proposta articolata di azioni di sviluppo sostenibile ai fini dell’elaborazione del PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il Piano nazionale definitivo, composto da una serie di progetti di settore, non potrà essere presentato dall'Italia alla Commissione Europea prima del 2021”, spiega Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane - Agci Sicilia. “Ma il Governo, allo scopo di avviare un dialogo informale con Bruxelles sul PNRR già nel mese di ottobre, presenterà tra breve all’approvazione del Parlamento le sua proposta di linee guida. Il documento dell’Alleanza, che esprime la posizione congiunta di Agci, Confcooperative e Legacoop, contiene iniziative e progetti strategici per il Paese, declinati sia come riforme che investimenti.
Cultura e Turismo sono un asset di grande interesse per la Sicilia - continua Cappadona. Il Piano Strategico del Turismo dovrebbe prevedere incentivi al consolidamento del settore, le cui imprese sono piccole e frammentate. La tradizione italiana dell’impresa familiare non è certo la più adeguata ad interpretare le sfide del futuro. Sono da promuovere i sistemi per realizzare reti di impresa, che rispettano l’individualità delle singole aziende ma le costringono a collaborare, anche con progetti di promo-commercializzazione sui mercati esteri svolti congiuntamente. Si deve puntare sullo sviluppo di nuovi prodotti  turistici, come ad esempio per la fruizione delle aree interne; una misura attesa in Sicilia è il riconoscimento delle ZFM, le Zone franche montane. Occorre insistere sulla valorizzazione delle comunità locali come fattore attrattivo legato alle identità culturali con un approccio “responsabile” del turismo, a beneficio degli ospiti e delle  comunità ospitanti. Il valore immateriale delle  culture locali attrae sempre più interesse e va in direzione della valorizzazione del ruolo delle cooperative di comunità. Misura ideale sarebbe l’istituzione di Zes Turistiche, in grado di attrarre risorse su ambiti locali strategicamente individuati.
Analogamente appare opportuno introdurre, specialmente nelle aree interne e nel Mezzogiorno e nelle periferie urbane, aree speciali ad alto potenziale di sviluppo culturale, in cui sia possibile per le imprese culturali e creative, sotto forma di reti o consorzi cooperativi, accedere a regimi speciali di agevolazioni, incentivazioni, esenzione di pagamenti delle imposte. Le azioni specifiche potrebbero comprendere la realizzazione di reti strutturate tra luoghi della cultura, imprese culturali, università e centri di ricerca, per scala territoriale o ambito tematico, che mirino alla formazione di nuove competenze traversali e ibride.

Tema centrale è investire sulle nuove generazioni. A parte le misure generali su start up e innovazione, valorizzando percorsi già messi in campo (Servizio Civile Universale) si possono coinvolgere giovani che costruiscono e rafforzano le loro reti sociali, avviando percorsi di vita e di lavoro solidi nel tempo. Proponiamo quindi di mettere a punto uno strumento che, ad esempio con un meccanismo di dote (a tal fine si potrebbero utilizzare anche le risorse del Reddito di Cittadinanza attraverso un coordinamento normativo tra i due istituti), consenta ai giovani che hanno appena terminato il periodo di servizio civile, di investire nella costituzione di un’impresa sociale o cooperativa sociale.

Particolare attenzione va data alle politiche del lavoro per le persone con disabilità e al sostegno e sviluppo dell’occupazione femminile.

Altro tema da considerare prioritario riguarda reti, filiere e aggregazioni. Occorre incentivare tra le forme di aggregazione e di attività consortile, naturalmente, il modello cooperativo, incluso quello del consorzio in forma cooperativa. Sarebbe, ad esempio, importante trovare un sistema incentivante ad hoc per la fusione di imprese e/o cooperative, specie per il sistema agroalimentare. Persiste specialmente nel territorio siciliano, la presenza di piccole imprese e cooperative che esercitano la stessa attività nel medesimo settore merceologico, a distanza di pochi chilometri l’una dall’altra. La dimensione aziendale deve essere adeguata ai mercati di riferimento ed in molte situazioni un accorpamento di imprese e cooperative potrebbe rendere il nuovo soggetto più competitivo con indubbi vantaggi per i soci.
Inoltre vanno previsti incentivi alla capitalizzazione e auto-capitalizzazione delle imprese, a partire dall'ACE (Aiuto alla crescita economica).

E ancora, occorre procedere verso un nuovo welfare di territorio. L’emergenza dovuta all’epidemia Covid19 ha reso evidente l’insufficienza della rete di assistenza territoriale, conseguenza di pochi investimenti e risorse insufficienti. Si deve potenziare la rete dei servizi sociali e socio-assistenziali presenti sul territorio promossi da cooperative sociali, imprese sociali e enti del terzo settore. È opportuno puntare su reti di assistenza primaria e welfare di prossimità, continuità assistenziale e capillarità dei servizi resi alle persone fragili, considerando essenziali i servizi residenziali, semi-residenziali e gli interventi domiciliari.

Cruciali gli aspetti che riguardano la tutela della salute mentale e disabilità, - prosegue Cappadona-. Si rileva la necessità di investire maggiormente nei servizi e negli interventi rivolti alla disabilità e la salute mentale, al fine di rilanciarli nel ruolo di strumenti di promozione ed inclusione sociale e lavorativa perché rischiano oggi una ghettizzazione come interventi secondari nell’ambito della sanità. In particolare, per la salute mentale è necessario salvaguardare un modello di residenzialità incardinato sul concetto di “comunità terapeutica”,

Finanziare lo start up e il consolidamento di imprese nel territorio, e in particolare di cooperative sociali e imprese sociali. Il Recovery Plan è l’occasione per costruire degli strumenti che promuovano il consolidamento delle cooperative sociali e favorire percorsi di fusione strategica tra realtà esistenti. Si tratta in particolar modo dei servizi essenziali che si rivolgono a persone affette da fragilità: anziani, minori, persone disabili, persone con disagio psichico, soggetti non autosufficienti in generale. Le procedure di gestione delle misure di aiuto del Next Generation Eu - conclude Michele Cappadona - vanno affrontate con la massima attenzione sia dal Governo, che ne dovrà attuare la programmazione, che dalle singole imprese, che dovranno progettare l'utilizzo delle risorse disponibili nella maniera più efficace. Si tratta di un’occasione irripetibile, che non dovrà essere sprecata”.