Fioccano proteste e polemiche sul bando Bonus Sicilia per assegnare contributi fino a 35.000 euro, ancor più dopo che il portale che doveva permettere l’invio telematico delle istanze già caricate nei giorni scorsi, alle ore 9 del click-day, il 5 ottobre 2020, è andato in tilt.
Le associazioni di rappresentanza delle imprese non risparmiano le critiche corali verso la modalità da lotteria del bando voluto dal Governo Musumeci.
“Siamo molto critici verso le procedure di distribuzione affidate al caso dei circa 125 milioni di euro del bando ‘Bonus Sicilia’, che troviamo ingiuste e illogiche”, dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane - AGCI Sicilia. “La base giuridica del Bonus Sicilia, come afferma la nota 25578/DIR del 17/06/2020 del dirigente generale del Dipartimento Attività produttive, è l’art. 10 comma 16 della legge di stabilità regionale 2020/2022, n. 9/2020: ‘Al fine di assicurare la tenuta dell'intero tessuto produttivo colpito dall'epidemia Covid-19 e di fronteggiare la crisi che ne deriva, in considerazione dello stato di emergenza che richiede l'adozione di misure straordinarie, efficaci e veloci, la Regione è autorizzata alla concessione di agevolazioni, in forma di sovvenzioni dirette, di contributi a fondo perduto, sulla base dei regimi di aiuto applicabili’. Al contrario però, la misura Bonus Sicilia non è affatto strutturata per erogare agevolazioni all’intero tessuto produttivo, ma “tenendo conto dell’ordine cronologico di presentazione e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili previste” (art. 4 dlgs 123/1998).
Se non è stato possibile aumentare la disponibilità delle risorse - continua Michele Cappadona -, appare allora gravemente ingiusto affidare al caso, come fosse una lotteria, l’assegnazione dei contributi alle imprese in ragione della qualità della propria connessione internet e dal possesso dello Spid, requisito tuttora non obbligatorio. Il Governo regionale avrebbe dovuto piuttosto farsi carico della responsabilità di stabilire dei criteri di priorità, come il numero dei dipendenti o la particolare attività svolta. Ci pare il caso di ricordare come sia stato riconosciuto il ruolo cruciale, l’impegno e abnegazione degli operatori delle imprese del settore sanitario e socio-assistenziale durante l’emergenza. Tali imprese non dovrebbero quindi essere penalizzate da un bando-lotteria, ma semmai premiate con il riconoscimento di una priorità. D’altronde il governo regionale ha stabilito alcuni criteri che sono discrezionali, come il periodo di riferimento del fatturato o l’esclusione di migliaia di ditte individuali, microimprese estromesse da un beneficio fino a 35000 euro solo perché il titolare aveva il requisito per percepire un bonus di 600 euro, anche se su un codice Ateco diverso. Non si comprende quindi perché non esercitare una più ampia discrezionalità per stabilire priorità logiche, che traducano politiche precise di sostegno non casuale o indifferenziato ma adeguate ai diversi asset produttivi com’è naturale sempre avvenga. Una delle constatazioni che abbiamo dovuto spesso sottolineare - conclude Cappadona - è l’atteggiamento della Giunta Musumeci, che nonostante la disponibilità sempre manifestata, troppo spesso non coinvolge preventivamente le associazioni di rappresentanza delle imprese, com'è stato stigmatizzato coralmente in questa occasione dalle sigle datoriali. Diamo atto all'assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano di avere convocato per oggi 7 ottobre alle 17 le associazioni di categoria per un tavolo di confronto sul Bonus Sicilia”.