Confronto tra assessorato regionale Attività produttive e centrali cooperative sul cda IRCA, il nuovo istituto di credito agevolato che dovrà riunire IRCAC e CRIAS, le attuali casse di proprietà della Regione dedicate rispettivamente a cooperative e artigiani.
Mentre la Giunta Musumeci sta decidendo come gestire i fondi del Bonus Sicilia, i contributi a fondo perduto alle imprese siciliane colpite dal covid, riemerge il problema della composizione del consiglio di amministrazione dell’IRCA.
Le norme vigenti (dlgs n. 419/1999, art. 13, c. 1, b) escludono che possano far parte del cda IRCA rappresentanti di amministrazioni pubbliche, di organizzazioni imprenditoriali e sindacali e di altri enti esponenziali. Il rilievo di questa incompatibilità ha creato una difficoltà nel procedere alla nomina di componenti già designati.
Nel confronto con l'assessorato regionale Attività produttive si è riproposto così il tema controverso delle disposizioni relative al componente espresso dal mondo cooperativo nel consiglio di amministrazione dell’IRCA. Su questo aspetto infatti emerge esserci una difformità tra il Regolamento, approvato per decreto su proposta dell’assessore Mimmo Turano, e la delibera in merito della Commissione parlamentare Bilancio dell’Ars.
Infatti, con la risoluzione n. 6 “Misure per il rilancio dell’economia nel settore artigiano e cooperativo”, nella seduta n. 132 del 30 maggio 2019, la Commissione Bilancio ARS aveva impegnato “il Governo della Regione a garantire, nella composizione del consiglio di amministrazione dell’IRCA, nell’ambito dei due componenti in rappresentanza delle associazioni di categoria, la presenza di un componente espressione delle organizzazioni rappresentative delle imprese cooperative e di un componente espressione delle imprese artigiane, garantendo, altresì, per ciascuno dei due componenti, il principio della rotazione con cadenza annuale tra le rispettive associazioni di categoria”.
Invece, nel testo del regolamento IRCA, approvato dal Governo regionale con Decreto Presidenziale 32/2019, la delibera della Commissione parlamentare risulta trasferita in maniera non coerente e confusa, riportando che il presidente e i componenti degli organi collegiali durano in carica quattro anni e possono essere riconfermati una sola volta; nell’ambito dei componenti del consiglio di amministrazione individuati congiuntamente dalle organizzazioni rappresentative delle imprese, le associazioni di categoria garantiscono l’applicazione del principio della rotazione fra le rispettive associazioni, anche nel rispetto del principio della maggiore rappresentatività.
“La posizione dell’AGCI è sempre stata quella del massimo rispetto nell’applicazione del testo deliberato della Commissione parlamentare Bilancio in materia”, afferma Franco Sprio, presidente della Federazione provinciale di Palermo dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. “La rotazione annuale dei componenti del cda espressione delle organizzazioni di categoria è, naturalmente, a maggior tutela dell’imparzialità nell’accesso al credito delle imprese iscritte alle diverse associazioni. Rimane oscuro, inoltre, come secondo il Regolamento si debba coniugare “l’applicazione del principio della rotazione fra le rispettive associazioni” con il “rispetto del principio della maggiore rappresentatività”.
“Il valore politico disatteso dalla mancata attuazione della citata Risoluzione n. 6 approvata dalla Commissione parlamentare Bilancio presieduta dall’on. Riccardo Savona”, continua Franco Sprio, “può essere apprezzato anche per un altro aspetto di non poca rilevanza nell’interesse delle imprese cooperative. La Commissione aveva infatti deliberato l’impegno da parte del Governo della Regione ‘a determinare l’importo del contributo per le spese di revisione delle imprese cooperative in misura non superiore a quella prevista a livello nazionale’. I costi della revisione obbligatoria biennale in Sicilia sono infatti da anni, senza motivo, sensibilmente più alti di quelli delle altre Regioni d’Italia”.
“Il confronto tra organizzazioni di rappresentanza e assessorato Attività produttive, a nome del Governo regionale, sarebbe opportuno servisse a dispiegare politiche più alte verso le imprese siciliane, soprattutto nell’attuale periodo di grave difficoltà. Per esempio con misure di accesso al credito che superino l’ostacolo della valutazione formale del ‘merito creditizio’ e fornissero all’occorrenza garanzie pubbliche, in coerenza con analoghi provvedimenti nazionali e a loro integrazione.
Intanto, la turnazione annuale dei consiglieri di amministrazione IRCA espressione delle imprese rimane per l'AGCI un meccanismo di garanzia efficace ed efficiente per l’accesso al credito agevolato; eliminare l’attuale disparità nei costi di revisione obbligatoria che penalizza le cooperative siciliane è un atto di giustizia e di corretta amministrazione”, conclude Sprio. “L’auspicio è (basterebbe un semplice decreto presidenziale) che si possa trovare la volontà politica per risolvere queste criticità”.