Camera dei Deputati aula Montecitorio

Michele Cappadona: “Bene norme di contrasto a tutte le false imprese. No alla discriminazione delle cooperative, a disposizioni eccessive ed organismi di controllo -interno ed esterno- che sulle imprese di piccole dimensioni gravano economicamente in misura ingiusta”.

Le proposte di legge Murelli e De Maria, in esame alla Camera, trattano temi di grande importanza per la cooperazione e meritano, al di là di alcune necessarie specificazioni, una valutazione sostanzialmente positiva per le parti relative alla semplificazione amministrativa, alla tutela del lavoro, al lavoro femminile e agli incentivi alla produttività. Le maggiori criticità riguardano, invece, la trattazione del rapporto tra il socio lavoratore e la cooperativa in vista dell’obiettivo di contrastare le false cooperative.

È quanto hanno sottolineato i rappresentanti dell’ACI-Alleanza delle Cooperative Italiane (AGCI, Confcooperative, Legacoop) nel corso dell’audizione presso la Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera, sulle proposte di legge C. 1818 Murelli e altri, recante “Disposizioni in materia di lavoro, occupazione e incremento della produttività”, e C. 1885 De Maria, sulle “Modifiche all’art. 29 del Dlgs. 10 settembre 2003, n° 276, in materia di responsabilità solidale del committente”.
“L’Alleanza delle Cooperative -hanno spiegato- non ha mai contrastato riforme volte al rafforzamento della base legale della cooperazione genuina, ma non può tollerare riforme che rischiano di pregiudicarne la presenza nel mercato con disposizioni evidentemente discriminatorie rispetto ad altre forme societarie. E in questa direzione vanno alcune misure contenute nelle proposte in esame, come la norma, dal sapore incostituzionale, che prevede, in caso di appalto di opere o di servizi eseguiti da cooperative o da loro consorzi, di estendere la responsabilità solidale fino a cinque anni dalla cessazione dell’appalto, invece dei due anni previsti per gli altri tipi di impresa. Così come violano il principio costituzionale della parità di trattamento tra soggetti nel mercato alcune disposizioni previste per le cooperative di lavoro, sociali e di abitazione in tema di controllo interno”.

Dall’Alleanza è stato ribadito che “l’obiettivo di contrastare con forza le false cooperative che danneggiano la reputazione di quelle sane è sicuramente importante, ma è altrettanto indispensabile lottare contro tutte le false imprese, perché il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori e della concorrenza sleale riguarda tutte le forme societarie e, nella stragrande maggioranza dei casi, forme diverse da quella cooperativa. In modo particolare, ma non solo, le srl semplificate, che in cinque anni sono cresciute a dismisura, passando da 3.968 a 50.190”.
Tra l’altro, negli ultimi anni -anche come conseguenza della mobilitazione “Stop alle false cooperative” promossa dall’Alleanza- sono intervenute importanti evoluzioni normative già nella legge di bilancio per il 2018, per rendere più efficace l’attività di vigilanza e ad ampliare gli strumenti sanzionatori. Senza dimenticare le misure straordinarie adottate dal sistema cooperativo, e che potrebbero essere mutuate anche per le altre forme di impresa, a partire dagli Osservatori provinciali della Cooperazione, dove Ispettorati Territoriali, associazioni cooperative e sindacati collaborano per contribuire a contrastare fenomeni distorsivi del mercato del lavoro.
L’ACI ha infine ribadito la necessità di contrastare “pratiche come il massimo ribasso o la distorsione delle offerte economicamente più vantaggiose strutturate solo in un’ottica di risparmio, che favoriscono i soggetti che ricorrono abitualmente all’evasione fiscale e contributiva e alla compressione del costo del lavoro” e di risolvere il problema dell’assenza di una certificazione della rappresentanza, testimoniato dagli oltre 800 contratti depositati al Cnel, dei quali meno della metà sono siglati dalle organizzazioni più rappresentative.

Michele Cappadona: nuove norme non comprimano le cooperative di minore dimensione

Michele Cappadona AGCI “Le due proposte di legge, C. 1818 Murelli e C. 1885 De Maria, affrontano il problema della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e dell’eventuale subappaltatore relativamente al versamento dei compensi e dei contributi di natura previdenziale e assicurativa nei confronti dei lavoratori”, commenta Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia. “Ora, mentre la seconda non si riferisce in particolare alle società cooperative, ed estende l’obbligo solidale alla pubblica amministrazione e la tutela anche nei confronti dei lavoratori autonomi, la proposta Murelli ripropone espressamente il tema delle 'false cooperative'. Ricordiamo che si intende fittizia o “spuria” una cooperativa che non è iscritta alle centrali cooperative, non applica un contratto collettivo sottoscritto dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, non ha un regolamento interno e la partecipazione alle assemblee dei soci-lavoratori è pressoché inesistente. Contestiamo con forza, naturalmente l’introduzione della disposizione in esame (art. 3, C. 1818) che stabilisce in caso di appalto di opere o di servizi eseguiti da società cooperative o da loro consorzi, la responsabilità solidale sia estesa da due a cinque anni dalla cessazione dell’appalto, per la sua palese natura discriminatoria, di profilo incostituzionale.
La proposta Murelli tratta anche (art. 13), per quanto concerne le cooperative, del controllo interno da parte di un organo di revisione legale e del controllo esterno da parte di un consulente del lavoro. Vengono escluse dall’applicazione (comma 6) le società cooperative per azioni, le cooperative giornalistiche di cui alla legge 5 agosto 1981, n. 416, le cooperative agricole e del settore della pesca, nonché le cooperative di credito e le banche di credito cooperativo.
Si ripropone quindi il tema di particolari organismi di revisione e controllo e di quale sia l’ambito delle società cooperative in cui siano obbligatori. Più volte AGCI Sicilia si è espressa contro i parametri dell’attuale testo dell’art. 2477 cc, così come modificato dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (dlgs 12 gennaio 2019, n. 14). L’obbligo dell’organo di revisione risulta economicamente troppo oneroso per le imprese cooperative di minori dimensioni. Il parametro di soglia fissato a 20 dipendenti, nel caso ad esempio dei soci-lavoratori di una cooperativa sociale che lavora per la pubblica amministrazione, con costi compressi e ritardi cronici nei pagamenti generalmente oltre il limite di sostenibilità aziendale, rende irrealistico e iniquo l’onere obbligatorio di aggiungere un organismo di controllo a carico della cooperativa. Si dovrebbero piuttosto considerare i vigenti parametri previsti per la classificazione delle ‘piccole imprese’, cioè 50 dipendenti almeno.
La proposta Murelli darebbe quindi l’occasione per rimediare a questa ingiusta incongruità. E anche per modificare l’illogica disposizione, introdotta con la Finanziaria 2018, del divieto dell’amministratore unico, che impone il consiglio di amministrazione anche per le cooperative composte da soli tre soci. Sarebbe però possibile, e soprattutto realistico e opportuno, ripristinare la possibilità dell’amministratore unico per la categoria delle cooperative con un piccolo numero di soci. Lo stesso ultimo comma dell’art. 2477 cc, infatti prevede espressamente: 'La legge determina il numero minimo di soci necessario per la costituzione di particolari categorie di cooperative'. Anche in questo caso, da parte dei soggetti decisori occorrono maggiore sensibilità e attenzione verso i concreti bisogni del mondo delle imprese, troppo spesso inascoltato”.