I contenuti del “Decreto Ristori bis” colgono di sorpresa il settore della pesca.
“Dopo un iniziale entusiasmo per il varo di una misura specifica che riconosceva un contributo a fondo perduto per tutte le imprese indipendentemente dai limiti di fatturato siamo rimasti meravigliati nel vedere che una decina di giorni dopo tutto questo non c'è più", commenta l’Alleanza Cooperative Pesca.
"Il nuovo provvedimento varato dal governo ha abrogato ciò che poche ore prima si dava per stabilito. Peccato perché quella norma appena posta nel nulla, era stata formulata con attenzione per essere quanto più possibile inclusiva, anche nei confronti di imprese che per le loro particolari caratteristiche erano rimaste escluse dal decreto agosto, o per via di un indicatore temporale inadeguato (il solo mese di aprile come riferimento non poteva andare bene) o per via del limite di fatturato dei cinque milioni di euro”.
“Adesso purtroppo - prosegue l’Alleanza -si è deciso di ‘tornare indietro’, riprendendo la misura della decontribuzione. Non diciamo che sia inutile ma certo, in questo frangente, a fronte di perdite di fatturato che sfiorano anche il 70% nel settore della pesca professionale, sarebbe oltremodo apprezzato un ristoro in forma di contributo economico diretto a fondo perduto, secondo l’originaria previsione. Chiediamo quindi – conclude l’Alleanza- che governo e parlamento valutino l’opportunità di prevedere una modifica ad hoc per la pesca e l’acquacoltura; una modifica che reintroduca una forma di sostegno immediato a coloro che, rispetto allo scorso anno, hanno subito perdite tangibili e documentabili di fatturato e di incassi. Soprattutto se consideriamo gli effetti imprevedibili di una pandemia che peggiora di giorno in giorno, con il blocco pressoché totale di tutti gli sbocchi di mercato per i nostri pescatori e acquacoltori”.