Fonti di cronaca politica danno per prossimo un rimpasto della Giunta regionale di Nello Musumeci. Si tratterebbe solo di vedere se sarà una “fisiologica” rotazione di due assessori di Forza Italia, ovvero di un riequilibrio più complesso che coinvolga gli accordi all’interno dell’intera maggioranza.
Si parla di due assessori in uscita, Edy Bandiera (Agricoltura) e Bernardette Grasso (Autonomie locali). Per un posto in Giunta, Gianfranco Miccichè, alla guida dei forzisti siciliani che contano oggi ben 14 deputati regionali, guarda a Toni Scilla o a Stefano Pellegrino, entrambi del trapanese.
Un’ipotesi di mediazione vede Pellegrino assessore, che potrebbe dimettersi da deputato Ars per far posto a Scilla. L’altro ingresso in Giunta potrebbe riguardare il nisseno Michele Mancuso, anche se l’uscita della Grasso, unica donna del Governo Musumeci porrebbe il problema delle quote rosa, e in questo caso appare quotata Margherita La Rocca Ruvolo, ex Udc da poco in Forza Italia.
Nel caso di un rimpasto più ampio, le dinamiche in maggioranza potrebbero complicarsi, coinvolgendo da Ora Sicilia fino alla Lega, al punto che prudenzialmente il governatore potrebbe quindi rimandare ogni cambiamento.
Come accaduto lo scorso maggio, quando si è cominciato a parlare di rimpasto, giungono oggi dalle imprese di settore numerosi riconoscimenti e attestazioni di stima per il lavoro svolto da Edy Bandiera, naturalmente anche dal mondo della cooperazione. “Le insistenti voci di un prossimo cambio di assessore all’Agricoltura ci preoccupano non poco”, dichiara Giovanni Basciano, vicepresidente nazionale AGCI Agrital, il settore del comparto agro-ittico-alimentare dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, cui naturalmente sta a cuore la continuità e l’efficienza dell’azione di governo regionale nel comparto. “Infatti se da un lato in questi anni abbiamo avuto modo di apprezzare l’operato dell’assessore Edy Bandiera, i risultati raggiunti in termini di spesa, sia con il PSR che con il FEAMP, la sua sensibilità alle richieste delle categorie in difficoltà, dall’altro la gravità del momento e la necessità di chiudere la programmazione, richiedono a nostro avviso continuità di azione da parte di chi in questi anni ha dimostrato capacità, conoscenza e vicinanza con le filiere dell’agroalimentare siciliano”.