rifiuti radioattivi

Corale la protesta di parti sociali, politici, sindaci e cittadini contro il progetto preliminare del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che ha individuato in Sicilia 4 siti dove realizzare strutture per lo stoccaggio delle scorie nucleari. 

Sono sette le regioni italiane dove sono stati giudicati idonei complessivamente 67 siti tra cui scegliere le aree in cui saranno realizzate strutture di stoccaggio di rifiuti radioattivi: Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia.

I sindaci Giacomo Tranchida (Trapani), Leonardo Neglia (Petralia Sottana), Franco Calderaro (Castellana Sicula), nella Città Metropolitana di Palermo, e Filippo Balbo (Butera), in provincia di Caltanissetta, hanno protestato per aver appreso la notizia dalla stampa e manifestato la loro opposizione ad ospitare le scorie nel territorio dei loro comuni.

Nello Musumeci Gianfranco Micciche“La Sicilia non può permettersi di accogliere rifiuti nucleari”, ha dichiarato Nello Musumeci. “L’individuazione dei siti siciliani che dovrebbero ospitare i rifiuti radioattivi è una scelta che possiamo confutare, in contrasto con tutti gli indicatori fisici, sociali, economici e culturali dell'Isola. La contesteremo anche con il coinvolgimento dei Comuni interessati, che condividono le nostre preoccupazioni”. 

“La notizia che in Sicilia sarebbero state individuate quattro aree per il deposito di scorie nucleari mi lascia letteralmente allibito”, afferma Gianfranco Miccichè, presidente Ars. “Non è pensabile depositare rifiuti radioattivi in un'area naturale protetta come il Parco delle Madonie. In merito proporrò ai capigruppo di tutti i partiti una seduta d’aula, per decidere come reagire”.

“La Sicilia non può accettare e non accetterà, su un tema così delicato, scelte calate dall'alto e adottate senza alcun confronto con le Istituzioni territoriali”, contesta decisamente Toto Cordaro, assessore regionale al Territorio e Ambiente. 
“Il Governo della Regione assume una posizione forte - al fianco dei Sindaci e delle nostre comunità - per dire no all'utilizzo di siti ritenuti idonei in Sicilia per il deposito dei rifiuti radioattivi!”

Giusi Savarino Toto Cordaro"La Sicilia non è, e non sarà mai la pattumiera delle scorie nucleari d'Italia”, interviene la presidente della commissione Ambiente Ars Giusi Savarino. “Alla mappatura dei siti idonei allo stoccaggio dei rifiuti radioattivi effettuata dalla Sogin, ci opponiamo con forza e diciamo NO. La prossima settimana convocherò una Commissione con il governo regionale e gli amministratori locali, per iniziare un percorso comune di lotta a questo provvedimento che ci viene imposto dall'alto. La salute dei Siciliani è una priorità e non può essere svenduta.
Per scongiurare ogni pericolo, ci muoveremo in maniera forte e sinergica, Comuni coinvolti, Ars e governo Musumeci, affinché la Sicilia venga tolta definitivamente dalla  mappatura dei siti potenzialmente idonei allo stoccaggio. Mi chiedo, a Roma si ricordano del sud e della Sicilia solo per farne una pattumiera di scorie radioattive? Piuttosto, per le opere da realizzare con i soldi del Recovery Fund noi ci concentriamo su ciò che fa bene alla nostra terra - infrastrutture, alta velocità, chiusura dell’anello autostradale - e non smetteremo di alzare forte la voce per ricordaglielo”.

Michele Cappadona“Inserire la Sicilia tra le regioni che dovrebbero accogliere rifiuti radioattivi in strutture di stoccaggio per i prossimi 300 anni è un progetto insensato e devastante”, afferma Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia. “A parte il rischio sismico e la presenza del più grande vulcano attivo d’Europa, la vocazione unanimamente riconosciuta all’Isola è la valorizzazione del suo immenso patrimonio ambientale, paesaggistico, naturale insieme alla ricchezza dei suoi beni culturali, storici e archeologici. Farne destinazione di scorie radioattive contraddice ogni tipo di richiamo turistico, l’immagine di qualità delle tante produzioni agroalimentari tipiche e biologiche, le politiche di green economy indicate dall'Europa. È incoerente con le strategie che mirano ad attrarre investitori extraregionali nelle Zes appena istituite e con la promozione delle Zone franche montane, di cui si aspetta l’istituzione da parte del Parlamento nazionale. Pensare di creare depositi radioattivi nel nisseno, segnato già dall’Eni a Gela e dal Muos a Niscemi oppure nel cuore del Parco delle Madonie, ovvero vicino alla zona archeologica di Segesta, è puramente oltraggioso.
AGCI Sicilia - continua Cappadona - sostiene quindi con forza la protesta delle comunità locali e la ferma posizione assunta dal governo regionale e dei parlamentari Ars, affinché la Sicilia venga esclusa dalle regioni che dovranno ospitare i depositi di scorie nucleari.
L’occasione dovrà servire anche per un confronto più generale, a tutto campo, con il governo nazionale sul rafforzamento delle politiche di sviluppo del Mezzogiorno e una maggiore chiarezza sugli investimenti, operando una seria distinzione tra quelli da finanziare con fondi ordinari dello Stato, quelli aggiuntivi con l'impiego dei fondi strutturali europei e infine gli interventi da realizzare con i fondi straordinari di contrasto e rilancio alla grave emergenza economica provocata dal Covid-19, utilizzando le risorse del programma Next Generation EU”.

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