III Commissione “Attività produttive”, il presidente Orazio Ragusa convoca in audizione l’assessore per le attività produttive Mimmo Turano e i rappresentanti delle associazioni di categoria in merito alla situazione di grave crisi legata alla pandemia da Covid 19 del settore imprenditoriale siciliano.
L’AGCI ha espresso la sua forte preoccupazione durante il confronto all’Ars tra gli organismi di categoria e l’assessore Turano, e ha presentato alcune proposte per arginare i disastrosi effetti della Crisi Covid in Sicilia.
“Il mondo della cooperazione non può che unirsi al grido di allarme delle altre organizzazioni di rappresentanza delle imprese”, dichiara Franco Sprio, presidente provinciale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Palermo. “Continua ad emergere dalle crescenti istanze che provengono ormai da tutte le diverse categorie di esercenti del tessuto produttivo siciliano, come il protrarsi della guerra al Covid, dello stato di emergenza sanitaria e delle conseguenti forti restrizioni alla circolazione dei cittadini e alla frequentazione dei luoghi di commercio, lavoro, studio e svago, abbiano dato il colpo di grazia alle micro e PMI dell’Isola, già in condizione di difficoltà dopo anni di crisi economica. Imprenditori, lavoratori e singoli cittadini, tutti temono per la propria sopravvivenza, per il loro futuro e quello dei loro familiari.
L’allarme riguarda non solo l’emergenza presente, ma anche quella che si profila a breve termine, dopo che il coronavirus sarà sconfitto. Augurandoci che le morti per la pandemia cessino al più presto, non c’è dubbio comunque che vittime continueranno ad esserne le imprese. Si teme che oltre il 30% non riusciranno a riaprire e continuare le proprie attività.
Non mi addentro - continua Sprio - sulle difficoltà delle singole categorie danneggiate (bar, ristoratori, operatori turistici, agenzie di viaggio, attività commerciali, artigiani, ecc.) perché conclamate e ribadite anche in questa audizione. Non farò valutazioni sui ristori alle imprese, ma sicuramente sono stati finora inadeguati ad arginare la situazione.
Ribadendo un appello che purtroppo non ha nulla di retorico, vorrei dedicare anche questo incontro al tema su cui continuiamo a volere impegnare governo e parlamento regionale: ‘Tutelare la sopravvivenza delle attività d’impresa siciliane e garantirne le condizioni di ripartenza’.
Durante quest’anno di terribile emergenza, come AGCI abbiamo sempre sostenuto che per il rilancio delle imprese in difficoltà, a prescindere dai ristori a pioggia, occorre una massa critica minima di aiuti economici adeguati, misure “a doppio binario”, che cioè da una parte diano sollievo ai costi effettivi (affitti e utenze, imposte, personale) e che dall’altra sopperiscano ai mancati ricavi; e che per la sopravvivenza della nostra economia garantiscano alle imprese più fragili solo perché sottocapitalizzate l’accesso a nuove linee di microcredito, in ragione della situazione di grande sofferenza delle aziende, prescindendo fino ad una soglia minima ragionevole, da merito creditizio e parametri di fatturato.
Tuttora le banche se non sei affidabile secondo i criteri di merito creditizio e non sei in condizione di garantire il prestito, non concedono alcun credito. Criterio che in atto non è né giusto né realistico, non tiene conto del perdurare dell’emergenza e non può essere rigidamente applicato in un’economia da guerra senza decimare le imprese siciliane. Su questo aspetto essenziale, andrebbe reso molto più incisivo il ruolo degli istituti di credito agevolato della Regione, Irfis, Ircac, Crias e rafforzare l’operatività dei consorzi fidi.
In questo momento l'AGCI sottolinea che vi è l’aspettativa verso tre linee di risorse a breve termine: ordinarie (le casse delle amministrazioni locali sono vuote, si attendono risorse dallo Stato); aggiuntive, da fondi comunitari (cioè progetti di sviluppo finanziati a valere sui fondi strutturali); straordinarie (Next Generation EU, i cui primi anticipi si presume arrivino dopo giugno).
Nell’estrema gravità dell’emergenza, sia per la corretta individuazione delle misure di contrasto che quelle del rilancio, ferma restando l’importanza del confronto con i rappresentanti di tutte le attività produttive, come Agci abbiamo intanto rappresentato diverse proposte d’intervento.
La prima riguarda la semplificazione amministrativa, attraverso l’istituzione del SURAP, sportello unico regionale per le attività produttive, da realizzare attraverso un’opera d’intenso raccordo e coinvolgimento nei confronti delle associazioni di categoria.
Poi, l’utilizzazione delle cooperative di comunità come efficaci attori di riqualificazione del territorio, che la Regione seppure con forte ritardo ha istituito negli anni scorsi ma che finora, inspiegabilmente, ha lasciato solo sulla carta, senza cioè nemmeno attivare il registro presso l’assessorato alle Attività produttive previsto nel Regolamento di attuazione.
Inoltre, la programmazione di progetti-pilota di rilancio dei settori produttivi dell’Isola, individuati di concerto con le associazioni di categoria.
Infine, la diminuizione del contributo revisionale obbligatorio a carico delle cooperative, che in Sicilia, paradossalmente, pagano un importo maggiore di quelle nel resto d’Italia (come già rappresentato più volte da AGCI in sede di audizione in Assessorato regionale Attività produttive). Sull’anomalia del maggior costo delle revisioni nell’Isola si è già pronunciata la Commissione Bilancio Ars, senza che ancora alcun intervento conseguente sia stato adottato da parte del Governo Musumeci”.