L’Associazione Generale delle Cooperative Italiane ha deciso di manifestare tangibilmente il supporto alle imprese anche attraverso la riduzione della quota per le nuove adesioni all’importo simbolico di 25 euro.
L’iniziativa è stata deliberata all’unanimità durante la riunione della direzione nazionale, tenutasi ieri, su proposta del presidente AGCI Giovanni Schiavone.
”Un forte segnale di solidarietà in questo terribile periodo di emergenza causato dalla pandemia, che la direzione nazionale AGCI, di cui sono componente, ha voluto indirizzare alle cooperative iscritte”, dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. “Un segno tangibile di sostegno che si aggiunge ai servizi e all’impegno che dedichiamo da sempre alle nostre imprese. La quota d'adesione per il 2021 viene ridotta alla cifra simbolica di 25 euro. Allo stesso tempo la nostra centrale, anche in Sicilia, continua ad adoperarsi per le iniziative di contrasto alla Crisi Covid che ha imposto un’economia da guerra e comporta misure urgenti, straordinarie e concrete per la sopravvivenza delle imprese”.
“Occorrono - continua Cappadona - sgravi sugli oneri che le imprese non sono in questo momento in grado di sopportare, l’adozione di elementi flessibili sulla concessione del credito, che risulta tuttora inaccessibile per criteri di merito creditizio in questo momento surreali, inadeguati all’emergenza. Sappiamo tutti che il mantenimento della chiusura delle attività produttive e del commercio è insostenibile per la nostra fragile economia. Le restrizioni su circolazione e ristorazione paralizzano a cascata, a partire dal turismo, la più piccola bottega come gran parte delle micro e PMI. Alcune limitazioni sono peraltro discutibili o contradditorie. Non appare irragionevole la richiesta dei ristoratori di restare aperti la sera, adottando lo stesso protocollo sanitario del pranzo, permettendo la consumazione al tavolo anche per la cena. È indispensabile da un lato aumentare la velocità delle vaccinazioni, dall’altro stabilire procedure che consentano di riaprire le attività, anche in misura ridotta ma rigorosamente in sicurezza. Siamo in guerra, ma perché la Nazione resti in vita non basta il massimo rigore per sconfiggere la pandemia, occorre ad ogni costo che non muoia l'economia. Inoltre, soprattutto al Sud e in Sicilia, occorrono con urgenza, oltre a ristori mirati e misure di stretta sopravvivenza, soprattutto politiche serie su attrattività e investimenti, che siano credibili e diano una concreta prospettiva di rilancio. Inutile parlare di digitalizzazione in contesti dove il problema continua a essere la cattiva burocrazia. Attendiamo, per salvare il Paese, le risorse del Ricovery Fund. Ricordiamo però", conclude Cappadona, "che lo sviluppo non può avvenire senza una visione - e la capacità di realizzarla - e che sono assolutamente necessarie misure di semplificazione ed efficienza amministrativa, formule pronunciate da anni ma che in Italia continuano finora ad essere una pura espressione retorica”.
(Foto di copertina: Gerd Altmann/Pixabay)