poltrone vuote teatro cinema

Tema di costante attualità e di forte contrapposizione politica la riapertura dei luoghi di cultura e spettacolo, così come - la sera - gli esercizi della ristorazione, oggetto di restrizioni che penalizzano fortemente anche il turismo. In questi giorni, a Roma e in varie località italiane, si sono svolte nuove manifestazioni degli operatori di settore.

I fautori della riapertura si scontrano con chi sostiene che non si possa affrontare il tema fino a quando l’Italia non sarà messa in sicurezza con i vaccini, e che occorrerebbe invece insistere col nuovo Governo sulla strada dei ristori, totali e immediati.

In vista della scadenza del DPCM Conte, il 5 marzo prossimo, a favore delle riaperture si pronunciano esponenti politici di diverso colore, tanto il leader della Lega Matteo Salvini, che il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini (PD), come il ministro delle Politiche agricole alimentari, Stefano Patuanelli (M5s). Il premier Mario Draghi appare orientato a far prevalere per ora la linea della prudenza. Il ministro della Salute Roberto Speranza (Articolo 1) e gli esperti del Comitato tecnico scientifico frenano, temendo l'affermarsi della variante inglese del Covid, più contagiosa del 38%. Favorevole a riaperture a breve per cinema a teatri - e tutti i luoghi di cultura resi sicuri - il ministro della Cultura Dario Franceschini (PD) e il sottosegretario Lucia Borgonzoni (Lega). Franceschini ha dichiarato in un’intervista al Corriere che sono allo studio misure di sicurezza integrative, come “i biglietti nominativi, la tracciabilità delle persone, le mascherine Ffp2. Mi confronterò collegialmente col Governo - ha detto -, perché non sono certo io a decidere da solo, e col Cts per individuare tempi e modalità. Però penso che teatri e cinema, con severe e adeguate misure, siano più sicuri di altri locali già aperti”. Oggi  il ministro ha sottoposto al Cts i protocolli integrativi di sicurezza elaborati dalle Direzioni generali del Mibac, sulla base dei documenti forniti dalle associazioni di categoria del cinema, dello spettacolo dal vivo e dalle istituzioni museali per individuare tempi e modalità per riaprire al pubblico.
Lucia Borgonzoni, appena due giorni prima della sua nomina a sottosegretario alla Cultura, ha firmato un documento di sostegno alla richiesta dell’associazione degli attori U.N.I.T.A., una proposta congiunta di riapertura in sicurezza condivisa dagli assessori alla cultura delle Regioni Basilicata, Calabria, Marche, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Veneto e delle Province autonome di Trento e Bolzano

AGCI Culturalia Sicilia, sottolineando che la priorità deve rimanere la tutela della salute della popolazione, sostiene l’urgenza di adottare protocolli sostenibili di contrasto alla pandemia che permettano la riapertura in sicurezza di teatri, cinema e luoghi della cultura, in quei territori dove la situazione sanitaria è sotto controllo.
Il piano europeo contro la Crisi Covid rappresenta un’occasione che non deve essere sprecata, serve un programma di investimenti mirati su cultura e spettacolo. Le misure non devono ridursi ai bonus, che sono solo rimedi palliativi e che comunque dovrebbero consistere in un ristoro totale e immediato del danno subito. Né il futuro delle performing arts può limitarsi alle piattaforme di streaming. Gli spettacoli dal vivo sono comunque irrinunciabili.
Attori, interpreti, performer: gli artisti del mondo dello spettacolo sono custodi dell'identità culturale collettiva. Eppure sono una categoria che subisce gravi forme di sfruttamento, come ad esempio accade nel caso di emittenti che non riconoscono ai lavoratori i diritti obbligatori che scaturiscono quando un'opera viene diffusa con modalità diversa ovvero replicata in televisione o via Internet. Sopruso che sottrae a troppi artisti già sottopagati un salario differito cui hanno diritto.
Serve dunque una riforma che ponga fine all’estrema precarizzazione del settore, criticità che prescinde dal Covid, e che può essere contrastata in tre fasi: introdurre “livelli essenziali di cultura”, che garantiscano al cittadino la presenza di servizi culturali e di spettacolo in ogni territorio; tutela del reddito; garanzia di diritti minimi.

In un'ottica di mobilitazione solidale per la sopravvivenza di tutto il settore, AGCI Culturalia Sicilia esprime sostegno e vicinanza agli attori, musicisti, tecnici e addetti di cinema e teatro, così come ai titolari e ai lavoratori di cooperative e aziende di servizi nei settori dello spettacolo (concerti, danza, teatro) che - insieme ai vertici nazionali di Cgil Cisl Uil - hanno manifestato e si sono rivolti nei giorni scorsi al Governo Draghi per aprire con urgenza un tavolo di confronto ministeriale per una riforma del settore.

In stretta coerenza, AGCI Culturalia Sicilia sostiene con forza il manifesto “LA CULTURA CURA”, sottoscritto dalle associazioni più rappresentative delle imprese culturali e creative italiane, attraverso cui si è chiesto al ministro Franceschini  di aprire il prima possibile un tavolo interministeriale permanente insieme ai ministri del Lavoro, dello Sviluppo Economico e dell’Economia in cui discutere sia degli aiuti per affrontare la fase emergenziale, sia per stabilire le modalità con cui i luoghi della cultura possano riaprire in sicurezza al più presto perché esempi virtuosi di gestione di spazi pubblici in epoca di pandemia.


Photo by Kilyan Sockalingum on Unsplash