Polemiche in Consiglio dei ministri su PNRR e fondi per il finanziamento del “Superbonus 110%”, la detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 per interventi di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
La risoluzione votata in data 22 aprile alla Camera e indirizzata al Governo Draghi chiedeva di "prorogare la misura del Superbonus 110 per cento in una prospettiva temporale più ampia fino alla fine del 2023, valutando di includere tutte le tipologie di edifici, ivi compresi quelli del settore alberghiero ed extra-alberghiero e turistico-ricettivo, e in qualunque stato essi siano, al fine di garantire un patrimonio immobiliare energeticamente efficiente a prescindere dalle situazioni preesistenti e in termini assoluti, mediante la semplificazione dell’accesso e degli strumenti operativi e finanziari alla misura”.
Per il rifinanziamento fino al 2023 del Superbonus 110% introdotto nel 2020 dal Decreto Rilancio, l’attuale ripartizione delle risorse è insufficiente. Mancherebbero 10 miliardi. Si parla anche di diminuire la misura al 75%, e di modificare le tipologie di lavori.
“Finanziare la proroga del superbonus 110% ed estenderne l’applicazione a tutte le strutture alberghiere, turistiche e della ristorazione”, afferma decisamente Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia. “Se l’asset turistico-ricettivo è strategico per l’Italia in generale, per l’economia del Sud le misure di sostegno e rilancio dell’intero settore, in ginocchio per gli effetti del covid-19, sono imprescindibili. Inaccettabile quindi la riduzione dei benefici e la ventilata mancata proroga, che al contrario andrebbe prolungata, soprattutto per il Mezzogiorno, sino al 2024. Piuttosto, occorre provvedere alla semplificazione dei relativi procedimenti, farraginosi e di complessa attuazione, in particolare per ottenere le asseverazioni e certificare la conformità degli edifici su cui si vuole intervenire. Sottolineo che chi prenota adesso alcuni specifici materiali, li avrà consegnati solo ad inizio 2022. Non c’è dubbio che il Superbonus andrebbe innanzitutto prorogato a dicembre 2023 per permettere a tutti di completare l'iter tranquillamente. Ma prolungare la misura al 2024 per le strutture turistico-ricettive - conclude Cappadona - rappresenta un doveroso intervento di equità in un’ottica di sostegno e ristoro verso uno dei settori che più hanno sofferto la pandemia, in coerenza con gli indirizzi di riqualificazione energetica e di un’adeguata politica ambientale, e in linea coi parametri europei tracciati per il Recovery Plan.”