Janusz Wojciechowski

“Gravi errori e sbagli nella PAC (la Politica Agricola Comune europea) hanno ucciso milioni di aziende della piccola agricoltura”.

Lo afferma addirittura il commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, citando 4 milioni di aziende agricole scomparse nella UE tra il 2005 e il 2014 e il censimento pubblicato questo mese nel suo Paese, la Polonia, dove negli ultimi 10 anni sono svanite 190.000 fattorie, il 13% del totale.
Il commissario ha stigmatizzato la sparizione di così tante piccole aziende agricole mentre al loro posto enormi fabbriche industriali hanno ricevuto denaro europeo. Le risorse investite nel processo di industrializzazione ha visto contemporaneamente tanti agricoltori abbandonare le loro aziende. “Qualcosa è andato storto”, ha ammesso Wojciechowski, sostenendo che c’è bisogno di “invertire questo processo in qualche modo”.
Gli fa eco il deputato irlandese Chris Macmanus che, in una recente intervista per EURACTIV, ha criticato la PAC e il mancato sostegno ai piccoli agricoltori, sottolineando le sue preoccupazioni per un “tasso allarmante” di concentrazione della terra. “Sono molto preoccupato che questa sarà l’ultima generazione di aziende agricole a gestione familiare nell’UE”, ha detto Macmanus, aggiungendo che siamo “in lotta contro il tempo” per agire e salvare il modello agricolo familiare dell’UE.
Ma le piccole aziende agricole rimangono una pietra miliare dell’attività agricola nell’UE. Lo sottolinea una lettera firmata da più di 60 associazioni di agricoltori, accademici e ONG inviata, tra gli altri, ai commissari Wojciechowski e Stella Kyriakides e al vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans, in occasione della Giornata mondiale della lotta contadina, il 17 aprile. “L’UE deve smettere di favorire il modello di produzione agricola industriale su larga scala che svantaggia i piccoli e medi agricoltori e lascia le aree rurali deserte”, si legge nella lettera.

michele cappadona“Condividiamo la forte presa di posizione del commissario UE per l’Agricoltura e tante altre autorevoli voci in Europa in difesa delle piccole aziende agricole”, dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia. “È fondamentale avere più agricoltori per creare un sistema alimentare sostenibile, che possa garantire cibo sano per tutta la popolazione, rinvigorire le zone rurali e conservare la diversità territoriale, biologica e culturale. In Italia la superficie media aziendale dichiarata è pari a 8 ettari a fronte dei 52 ettari della Francia, i 46 ettari della Germania, e i 24 ettari della Spagna. Secondo i rapporti 2015-2016, ben 11.885.000 (il 97%) delle aziende agricole sono più piccole di 100 ha, e il 69% ha meno di 5 ha”.
I dati PAC denunciati dagli ambientalisti sono eloquenti. Sono 780.000 gli agricoltori italiani che continuano a ricevere meno di 1.250 euro di finanziamenti l’anno. Per altri 353.000 agricoltori, i pagamenti diretti della PAC sono compresi tra i 2.000 e 10.000 euro. Sono invece solo 2.950 gli agricoltori italiani che beneficiano di contributi annui PAC che vanno da 100.000 e oltre 300.000 euro e, infine, 290 le aziende che ottengono tra i 300.000 e 500.000 euro l’anno. Il 52% delle risorse della PAC sono pertanto distribuite a pioggia, essenzialmente come rendita fondiaria, senza nessun beneficio diretto per l’ambiente o per una conversione verso un’agricoltura più sostenibile e con risultati concreti verificabili in termini di minore impatto ambientale e maggiore salubrità del cibo che consumiamo.
“Sosteniamo decisamente tesi ed indirizzi sulla riforma della PAC esposti nella lettera degli stakeholders inviata ai vertici di settore UE”, afferma Michele Cappadona. “È necessario dare priorità e rafforzare l'autonomia finanziaria dei piccoli agricoltori. Occorre sostenere le aziende agroecologiche (che hanno già dimostrato la loro resilienza durante la crisi) nonché la quantità, la consistenza e la qualità della produzione che offrono. Il numero di piccoli agricoltori deve aumentare e dovrebbe essere perseguita una politica pacificamente contraria alle mega-aziende agricole in Europa. Le misure di regolamentazione del mercato sono essenziali per ottenere prezzi che coprano i costi di una produzione sana e sostenibile e le sovvenzioni della PAC non dovrebbero essere basate sugli ettari, piuttosto sul lavoro effettivo degli agricoltori. Gli strumenti di pagamento (massimale e ridistributivo) per le sovvenzioni devono essere vincolate con l’obiettivo di garantire questo criterio più equo di distribuzione degli aiuti.
Agroecologia e più agricoltori sulla terra sono le risposte all'enorme sfida del cambiamento climatico. In coerenza, l'accesso alla terra deve essere facilitato per consentire a molti nuovi agricoltori di entrare nella professione, in un’ottica in cui la terra non deve più essere trattata come una merce, ma un bene comune e multifunzionale.
Infine, se l'attuazione del Green Deal europeo vuole davvero "non lasciare indietro nessuno", l'UE deve rispettare, proteggere e realizzare i diritti degli agricoltori in modo coerente all’attuazione dell'UNDROP, la dichiarazione delle Nazioni Unite per la tutela di chi lavora nelle aree rurali.
Siamo tutti interessati all'agricoltura, attività costituita da individui e famiglie che portano l'eredità di esperienze uniche - anche culturali e identitarie - accumulate nel corso di diverse generazioni, che hanno reso possibile preservare la biodiversità e far fronte ai cambiamenti climatici.
Tutelare il tessuto delle piccole aziende agricole significa essere in grado di nutrire il continente con cibo fresco, sano, locale, nutriente e sicuro. Niente di tutto questo può essere sostituito da modelli di produzione industriale, che valorizzano il profitto e la produttività rispetto alla salute e alla sostenibilità.”

La proposta di riforma avanzata dalla Commissione mira a ridurre la quota di pagamenti diretti ricevuti sopra i 60.000 euro per azienda e a limitare i pagamenti a 100.000 euro per azienda, una posizione sostenuta dal Parlamento europeo durante i negoziati in corso con i ministri dell’UE.
La Commissione ha anche proposto un minimo del 2% dei pagamenti diretti di sostegno assegnati ad ogni paese dell’UE da riservare ai giovani agricoltori.
Il Parlamento vuole aumentare questo minimo al 4%, mentre il Consiglio ha eliminato qualsiasi riferimento a una percentuale specifica di sostegno ai giovani agricoltori nel suo mandato negoziale.

“La tutela delle piccole aziende agricole, aggregate e tutelate all’interno di comunità aziendali cooperative, in coerenza con la scelta di un futuro Green, rispettoso dell’ambiente e della biodiversità - conclude Cappadona - si accorda pienamente con i principi fondamentali di solidarietà che ispirano l’AGCI e ci vedranno sempre impegnati per lo sviluppo sostenibile della Sicilia”.