In piazza Montecitorio manifestazione delle fasce tricolore siciliane per chiedere la fiscalità di sviluppo. Michele Cappadona, vicepresidente GAL Tirrenico e presidente AGCI Sicilia: “La legge approvata dall’ARS nel dicembre 2019 è stata assegnata alla 6ª Commissione Senato il 6 maggio 2020. Secondo il regolamento di Palazzo Madama, il ddl avrebbe dovuto essere trasmesso in Aula dopo tre mesi. Si aspetta ancora il parere del MEF”.
Ben 110 amministratori dei 133 comuni che rappresentano le Terre alte di Sicilia, coordinati dall'Associazione Zone Franche Montane Sicilia hanno preso parte, lo scorso 6 maggio, alla grande adunanza che si è svolta in piazza di Montecitorio a Roma. Amministratori locali e deputati e politici nazionali sono intervenuti a sostegno dell'iniziativa volta ad ottenere la fiscalità di sviluppo, già approvata con ddl n.641/A, dall’Assemblea regionale siciliana nella seduta n° 162 del 17 dicembre 2019. Trattandosi di Legge voto, ai sensi dell’articolo 18 dello Statuto, è stata sottoposta al Parlamento della Repubblica.
La delegazione di sindaci e il comitato dell'Associazione Zone Franche Montane di Sicilia hanno espresso apprezzamento per la disponibilità dimostrata dai ministri del governo Draghi - per il Sud e per la Coesione territoriale, Mara Carfagna e per gli Affari regionali e le autonomie, Maria Stella Gelmini - che hanno incontrato una rappresentanza dei primi cittadini dei 133 Comuni siciliani.
“La legge per il sostegno e sviluppo delle Zone Franche Montane in Sicilia è ancora in esame al Senato, in 6ª Commissione Permanente (Finanze e Tesoro), cui era stata assegnata il 6 maggio 2020”, spiega Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia. “La discussione in Commissione, sospesa il 9 settembre 2020, è ripresa solo lo scorso 17 marzo. Sono stati presentati 13 emendamenti, ma il provvedimento non procede nel suo iter perché la 5ª Commissione permanente (Bilancio) ha chiesto la predisposizione della relazione tecnica sulla copertura economica del disegno di legge al Ministero dell'economia e finanze. Il sottosegretario al MEF Maria Cecilia Guerra, presente in 6ª Commissione, ha assicurato l'impegno del Governo a pronunciarsi, senza però poter indicare una tempistica precisa. Nella seduta dello scorso 30 marzo, la relazione non era ancora pervenuta in 6ª Commissione.
Oltre all’esame in atto alla 6ª Commissione (Finanze e tesoro), sono previsti i pareri delle commissioni 1ª (Affari costituzionali), 5ª (Bilancio), 10ª (Industria, commercio, turismo), 11ª (Lavoro), 13ª (Territorio e Ambiente), 14ª (Politiche dell’Unione europea), Commissione parlamentare bicamerale per le questioni regionali. In generale, la discussione nelle Commissioni ha fatto emergere una convergenza verso l’opportunità di un provvedimento in favore delle zone montane, ma anche l’obiezione che sia più opportuno estendere le disposizioni a tutti i territori che presentano condizioni simili a quelle della Sicilia, evitando il rischio di una legislazione eccessivamente disomogenea e localistica.
In Commissione, la senatrice siciliana Tiziana Drago ha puntualizzato che l'iniziativa legislativa del Consiglio regionale della Sicilia nasce da condizioni specifiche, normative e storiche, che non consentono in tale fase un ulteriore rinvio dell'esame a fronte di eventuali ampliamenti nell'ambito della normativa. Tiziana Drago ha aggiunto la protesta per il mancato rispetto dell'articolo 74, comma 3, del Regolamento del Senato, che impone il deferimento all'Aula dopo tre mesi dall'assegnazione in Commissione per l'iniziativa legislativa dei Consigli regionali. L’eventuale estensione ad altre realtà montane sconta l'assenza di una regolamentazione specifica delle zone montane.
Tutto ciò considerato, la senatrice ha ritenuto discutibile la richiesta di relazione tecnica che rinvia sine die la discussione in Aula, perpetrando un vero e proprio sgarbo istituzionale al Parlamento della Regione Siciliana. Ha presentato, nel merito, l'emendamento 6.7 che fornisce risposta alle problematiche di copertura a regime, garantita ‘dalle risorse rivenienti dalla attuazione, secondo la previsione contenuta nello Statuto siciliano, degli articoli 36 e 37’. Ma - conclude Cappadona - risulta che in questo momento l’iter è ancora fermo in attesa che si pronunci il Ministero dell'economia e finanze. Sollecitiamo quindi con forza l’intervento immediato del Governo Draghi per consentire di affrontare, attraverso le misure di fiscalità di vantaggio e le altre necessarie incentivazioni previste nel ddl, le gravissime situazioni di emarginazione, impoverimento e spopolamento delle zone montane in Sicilia”.
Il ministro Mara Carfagna ci ha ascoltato - ha commentato il coordinatore regionale delle Zone Franche Montane Sicilia, Vincenzo Lapunzina - e ha detto che nei prossimi giorni studierà il dossier per agevolare la definizione dell'iter legislativo». Nella delegazione ricevuta dal ministro per il Sud e per la Coesione territoriale Carfagna erano presenti Antonio Rini, sindaco di Ventimiglia di Sicilia, in rappresentanza dell'Anci Sicilia, Concetto Orlando, sindaco di Roccafiorita, in provincia di Messina, il comune più piccolo dell'Isola.
La ministra per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, che ha incontrato una delegazione composta da Franco Ribaudo, sindaco di Marineo, Salvatore Noto, sindaco di Marianopoli e Rosalba Mollica, assessore del Comune di Floresta, il più alto di tutta la Sicilia, ha dichiarato: «Ho incontrato i sindaci delle aree montane della Sicilia e il comitato promotore, che mi hanno informato in merito alla possibile istituzione di zone franche per il rilancio di loro territori. Ho ascoltato con attenzione le esigenze di queste comunità. Darò mandato alla Commissione paritetica della Regione Siciliana di approfondire il tema e di assumere le eventuali iniziative necessarie».
«Siamo soddisfatti degli incontri istituzionali e della massiccia presenza dei sindaci in rappresentanza di tutte le Terre alte della Sicilia - ha commentato Vincenzo Lapunzina, coordinatore dell’Associazione Zone Franche Montane Sicilia. - Urge definire l’accordo quadro tra lo Stato italiano e la Regione siciliana. Alle istituzioni regionali il compito di convincere il governo a dare la priorità a quello della Sicilia. Siamo convinti che il vice presidente della Regione, Gaetano Armao, farà di tutto per accelerare l’iter. In ogni caso - ha concluso – in attesa della definizione di tutto l’accordo si potrebbe dare priorità al finanziamento delle zone Franche Montane, in questi termini c’è già la piena disponibilità da parte della Ragioneria generale dello Stato e da parte di tutto l’arco istituzionale in maniera trasversale».