Il ministero delle Politiche agricole con DM n. 490962 del 30 settembre 2021 ha dichiarato inammissibili tutti e 31 i progetti presentati dai consorzi di bonifica della Regione Siciliana (circa 423 milioni di euro di opere) per la realizzazione di infrastrutture irrigue nell’ambito del Pnrr.
“I progetti presentati dalla Regione Siciliana non hanno intercettato criteri previsti per la selezione. I criteri di ammissibilità per ottenere il finanziamento con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza - riporta una nota del Mipaaf - sono 23 e riguardano tra gli altri punti il livello di esecutività dell'opera, l'entità del risparmio idrico, la superficie oggetto di intervento, le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti. Per essere ammessi, i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti; di conseguenza, se anche un solo criterio non è stato soddisfatto, il progetto non può essere ammesso.”
“Appare sconcertante a vari livelli la bocciatura, la scorsa settimana, di tutti i progetti finanziati dal PNRR per la realizzazione delle infrastrutture irrigue in Sicilia da parte dei consorzi di bonifica della Regione. Il provvedimento avviene da parte del ministero delle Politiche agricole, guidato da quello stesso ministro Stefano Patuanelli (M5s) che qualche mese fa ha dirottato risorse FEARS già assegnate al Sud e alla Sicilia per sostenerne il settore agricolo, modificando la ripartizione dei fondi del cosiddetto Secondo Pilastro senza modificare il Primo Pilastro, per giunta anche per le annualità successive”, dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia. “Assistiamo già al fatto che dei 193 miliardi di euro dei fondi europei del PNRR, destinati all’Italia perché una parte del suo territorio, le regioni meridionali, sono economicamente arretrate, il governo Draghi non assegnerà più il 67% alle Regioni del Sud e alla Sicilia. Al contrario, il 60% delle somme (oltre 150 miliardi) andranno al Nord, e solo il 40% (quasi 40 miliardi) al Sud. È intollerabile essere ancora spettatori della farsesca argomentazione che le regioni meridionali esprimano ‘insufficiente capacità progettuale’ e che questo motivo renda possibile dirottare al Nord i fondi PNRR destinati a colmare il divario economico e infrastrutturale del Sud. È evidente che se il Governo riceve i fondi vincolandoli al superamento dei gap esistenti, non può utilizzarli per finalità che al contrario accentuino il divario storico esistente. Se le progettualità sono carenti, i ministeri intervengano tecnicamente per superare le lacune, non per spostare altrove gli investimenti. Ma c’è di più e ancora più grave”, continua Cappadona. “Siamo allibiti nel prendere atto che le risorse vitali per il rilancio dell’economia siciliana siano ostaggio di contrapposizioni tra forze politiche in perenne sindrome di consenso da campagna elettorale o da sondaggi. È intollerabile che il tema non sia come collaborare per mantenere a tutti i costi l’obiettivo di utilizzare le risorse destinate alla Sicilia, quindi un interesse pubblico, ma dare addosso all’avversario di partito diverso al fine di orientare a proprio vantaggio il consenso, cioè un interesse privato. AGCI Sicilia”, conclude Michele Cappadona, “continuerà a denunciare ogni aberrazione come questa appena accaduta e a tutelare in ogni modo tutte le imprese dell’Isola, che meritano finalmente una classe politica e apparati burocratici regionali di qualità diversa, e non ne vogliono più essere ostaggio”.
In aggiunta al PNRR, il Ministero ha già concordato con le Regioni un'ulteriore processo selettivo che si concluderà nel mese di novembre 2021, grazie ai fondi nazionali messi a disposizione dalla legge di stabilità, ammontanti a 440 milioni di euro. In tale contesto, potranno trovare spazio ulteriori progettualità, a condizione vengano risolte le criticità che ne hanno impedito il finanziamento con il PNRR. Ma i 423 milioni di opere per la Sicilia del bando Recovery Plan appena concluso sono sfumati.