Cappadona, AGCI: “Bene il contenimento delle imposte regionali. Ma occorre anche rafforzare le misure di credito agevolato, ampliando iniziative di sostegno finanziario agli operatori economici come quelle messe in campo di recente dall’Irfis, incrementandone le risorse."
L'Agenzia delle Entrate ha reso disponibili i modelli dichiarativi 2022 con le relative istruzioni che le persone fisiche, le società e gli enti non commerciali utilizzeranno nella prossima stagione dichiarativa, per il periodo d’imposta 2021.
L’Assessorato dell’economia della Regione Siciliana sottolinea anche per l'anno d'imposta 2021 sono state applicate le aliquote di base minime stabilite dalla normativa vigente in materia: per l'IRAP nella misura del 3,90%, per l'addizionale regionale IRPEF nella misura dell'1,23%.
La riduzione delle addizionali regionali, frutto dello sforzo pluriennale di risanamento finanziario, in particolare nel settore sanitario dal 2010, è stato avviato già dal 2018. Nel 2017 l’addizionale Irpef regionale era dell’1,73%, nel 2018 è stato ridotto all’1,50%, mentre nel 2019 all’1,23. Tale percentuale di riduzione è stata poi confermata con il consolidamento del taglio di mezzo punto percentuale.
Quasi un punto (0,92%), invece, il taglio dell’Irap scesa dal 4,82% del 2017 al 3,90% attuale.
Va precisato che quelle raggiunte in Sicilia sono le aliquote minime consentite dalla legge relativamente all’importo delle addizionali.
“Apprezziamo la riduzione delle imposte Irap e addizionale Irpef. Il contenimento della pressione fiscale su cittadini e imprese da parte del governo regionale facilita senza dubbio il processo di resilienza e ripresa”, dichiara Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. “Ma occorre anche rafforzare le misure di credito agevolato, incrementando le risorse per iniziative di sostegno a micro e PMI come quelle messe in campo di recente dall’Irfis, che prescindono da merito creditizio e dall’obbligo di garanzie per i finanziamenti di piccolo importo, consentendo il rimborso fino a 7 anni con 24 mesi di preammortamento. Zes e fiscalità di vantaggio se strategicamente abbinate ad un efficiente utilizzazione di fondi strutturali e PNRR possono dare lo slancio necessario alla nostra economia. Finora le politiche nazionali di sostegno e ristoro alle imprese, tanto con i governi Conte che in atto con Mario Draghi, si sono rivelate inadeguate, così come non viene attuata la tanto attesa vera pace fiscale. Resta come obiettivo di fondo la questione meridionale che riguarda i fondi ordinari statali destinati al Sud in misura insufficiente a superare i profondi gap storici. Rieletto Sergio Mattarella Capo dello Stato, e con Mario Draghi ancora in sella al Governo, nell’avviarci verso la fine della legislatura si ripropongono criticità economiche e sociali ben note ma pur sempre irrisolte. Oggi la Sicilia è la frontiera meridionale dell’Europa, terra d’approdo di migranti in fuga. Per posizione geografica dovrebbe essere invece il ponte naturale verso tutti gli Stati costieri del Mediterraneo. Siamo molto lontani da questo scenario. Per invertire il divario tra le due metà d’Italia accentuato dal dopoguerra, ma iniziato sin dall’Unità - conclude Cappadona - occorre pretendere una buona volta che i numerosi parlamentari eletti nel Mezzogiorno giunti a Roma riescano a destinare alle loro Regioni le risorse perequative da sempre negate, che deputati e senatori eletti in Sicilia ottengano il pieno riconoscimento della condizione di Insularità, e che la continuità territoriale non resti una chimera. Obiettivi minimi per tentare di lasciare ai nostri giovani un futuro migliore”.