Insularità e politiche di coesione, si è tenuto stamattina presso la sede di Roma della Regione Siciliana il seminario “La condizione di insularità tra Europa ed Italia”.
Organizzato dal vicepresidente ed assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao, l’incontro ha visto ospite l’eurodeputato francese, Younous Omarjee, presidente della Commissione per lo sviluppo regionale (REGI) del Parlamento UE e relatore per la risoluzione sull’insularità di cui discuterà al Parlamento di Strasburgo tra alcune settimane.
La Regione Siciliana, attore centrale dei temi trattati, ha organizzato questo importante confronto tra il presidente Omarjee e parlamentari regionali, nazionali ed europei dì Sicilia e Sardegna presso la Sede di Roma. Durante l’incontro sono intervenuti oltre a parlamentari, esponenti dei governi regionali ed esperti e studiosi della condizione d’insularità di Sicilia e Sardegna, anche alla luce della recente approvazione del DDL Costituzionale “Modifiche dell’Art.119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle isole ed il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità”, approvato in prima lettura dai due rami del Parlamento italiano.
«La condizione di insularità è entrata nell’agenda politica nazionale, ma anche in quella europea, e si va avanti. Dopo il voto all’unanimità della Camera sul ddl costituzionale puntiamo adesso alla risoluzione al Parlamento europeo sulle Isole europee, predisposta dal presidente della Commissione parlamentare per lo sviluppo regionale (REGI), Younous Omarjee». Così il vicepresidente ed assessore all’Economia della Regione Siciliana, Gaetano Armao.
«Espimiamo soddisfazione per l’impegno costante che il vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao profonde per la battaglia sul riconoscimento effettivo della condizione d’insularità, che vede l’Italia primo Paese europeo per numero di cittadini insulari e l’economia della Sicilia fortemente svantaggiata», dichiara Michele Cappadona, presidente dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane, AGCI Sicilia. La discontinuità territoriale determina una vera e propria tassa occulta per i cittadini e le imprese della nostra Isola, quantificata in oltre 6 miliardi annui. Com’è noto le caratteristiche geografiche, economiche, demografiche e sociali specifiche penalizzano la nostra regione per una serie di fattori, quali mercato locale limitato e difficoltà a realizzare economie di scala, costi di trasporto elevati, relazioni inter-industriali poco sviluppate, deficit di competenze imprenditoriali, di infrastrutture e di offerta locale di servizi per le imprese, compressione dei servizi sociali e formativi ai cittadini e, più di recente, infine, dover subire gli effetti del fenomeno migratorio. Nel rispetto e in coerenza con i principi che ispirano le politiche europee di coesione - conclude Cappadona - occorrono con urgenza adeguate misure di riequilibrio (continuità territoriale, incentivi e misure di sostegno allo sviluppo, fiscalità di vantaggio, perequazione infrastrutturale, regimi di aiuto)”.