Antonio Scavone e Marco Zambuto

Cappadona, AGCI: «Bene programmazione 108 milioni per i Piani di zona del triennio 2022-2024. Occorre ora una riforma del sistema di controllo e gestione delle risorse del sistema regionale dell’assistenza sociale. Cooperative e altri soggetti del privato sociale che garantiscono l’assistenza alle categorie più fragili, sono stremate e strangolate da ritardi cronici e malaburocrazia degli enti locali».

Rafforzare il sistema dei servizi sociali, ampliandone l'offerta e migliorandone la qualità, per rispondere all'aumento di situazioni di vulnerabilità e della domanda di servizi generato dalla pandemia.
È l'obiettivo delle linee guida per la programmazione dei Piani di zona 2022-2024 in Sicilia, in applicazione della legge 328 del 2000 attraverso l'utilizzo del Fondo nazionale politiche sociali 2021-2023, approvate dal governo Musumeci nell'ultima seduta di giunta.
Un documento strategico, che pianifica l'utilizzo di 108 milioni di euro per il triennio (36.084.050,89 all'anno) per interventi in favore delle fasce più deboli, applicando i Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS).

«Con questo atto di programmazione intendiamo dare continuità alle politiche sociali territoriali già avviate in attuazione del precedente Piano sociale nazionale – dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci - introducendo alcune priorità di intervento, previste nel nuovo Piano nazionale, volte a rafforzare l'accesso al sistema dei servizi sociali e la presa in carico dei soggetti più fragili, tenuto conto della molteplicità dei bisogni espressi dalla persona».

«Stiamo lavorando per garantire a ciascun distretto socio-sanitario - aggiunge l'assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, Antonio Scavone - una “dotazione minima” di professionalità sociali e di servizi e interventi in grado di migliorare la qualità dell'offerta pubblica, soprattutto in quelle realtà locali in cui il settore dei servizi sociali non dispone di personale tecnico e in cui le risorse umane e professionali a disposizione risultino esegue rispetto alla complessità manifestata dal territorio».

In particolare, nelle linee guida sono state individuate alcune priorità di intervento: il rafforzamento del Servizio sociale professionale, che mira ad ampliare la dotazione di assistenti sociali del distretto socio-sanitario; il rafforzamento del Punto unico di accesso, per favorire l'incontro della persona con l'offerta di servizi pubblici; il rafforzamento delle altre professioni sociali, con la costituzione di équipe multidisciplinari nei vari ambiti socio-sanitario, scolastico, socio-lavorativo, educativo; la supervisione del personale dei servizi sociali; le dimissioni protette e l'attivazione dell'assistenza domiciliare per soggetti parzialmente o totalmente non autosufficienti, al fine di garantire continuità di cura e miglioramento della qualità della vita; i piani personalizzati per soggetti con disabilità; gli interventi per l'area dell'infanzia e dell'adolescenza, con rafforzamento dei centri per la famiglia, dei servizi di mediazione familiare, con interventi per favorire l'inclusione dei minori con disabilità e fragilità, con un potenziamento dell'educativa domiciliare.

Michele Cappadona «L’approvazione delle linee guida dei Piani di zona è l’adempimento fondamentale e obbligatorio, ai sensi dell’articolo 19 della legge 328/2000, per la definizione del sistema integrato degli interventi e servizi sociali del territorio, a livello di enti locali (comuni e aziende sanitarie) - commenta Michele Cappadona, presidente dell'Associzione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia. Con esso deve trovare applicazione concreta il principio di sussidiarietà, in coerenza con il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023 che conferma l’importanza e la molteplicità dei ruoli che giocano gli Enti di Terzo settore-ETS, con la cooperazione e il privato sociale in genere. Soprattutto, in primo luogo, partecipando attivamente alla definizione delle priorità e degli indirizzi di sistema. In secondo luogo, operando, su mandato del decisore pubblico, per garantire i LEPS. 
Le linee guida del Piano nazionale - continua Cappadona - confermano il ruolo essenziale degli ETS quali partner delle Amministrazioni Pubbliche e la possibilità di operare, in ragione dell’interesse pubblico che ne orienta l’attività, attraverso meccanismi di co-programmazione e co-progettazione. Ma se le cooperative e altri soggetti del privato sociale sono indispensabili per garantire i LEPS nei confronti delle categorie più fragili, è altrettanto indispensabile che la Regione eserciti autorità e ruolo di garanzia affinché gli enti locali, comuni e aziende sanitarie, sottoposti al suo controllo, tutelino e non distruggano il tessuto dei soggetti privati che garantiscono nel territorio i servizi di assistenza ai cittadini per conto della pubblica amministrazione. La malaburocrazia è troppo spesso responsabile di vergognosi ritardi nei pagamenti di cooperative sociali e altri ETS, che assicurano servizi con ciclo mensile ma che, nonostante le norme su semplificazione e accelerazione delle procedure impongano pagamenti entro 30 giorni, ricevono i corrispettivi addirittura dopo anni, anche con indebite decurtazioni. Ciò comporta ritardi per gli stipendi del personale, abbassamento della qualità dei servizi ai cittadini, indebitamento con il sistema bancario, fino alla chiusura dell’attività da parte dei gestori delle strutture. Le somme da corrispondere agli ETS che erogano servizi di assistenza - sottolinea Cappadona - corrispondono per il 90% circa a costi di personale, con l’obbligo rigoroso di professionalità specializzate. Queste criticità purtroppo negli ultimi anni si sono sempre più accentuate, per la progressiva mancanza di liquidità in generale degli enti locali.

La risposta che chiediamo da tempo al Governo Musumeci, e sollecitiamo rispettivamente agli assessori Antonio Scavone e Marco Zambuto - spiega Cappadona - è che vengano con urgenza disposte procedure attuative rigorose, concertate tra assessorato alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro e assessorato alle Autonomie locali e Funzione pubblica, affinché - chiarito il quadro normativo con cui devono operare gli enti locali verso i soggetti fornitori dei servizi di assistenza - venga garantito l’esatto adempimento di tariffe, condizioni e pagamenti a 30 giorni da parte degli enti locali, Comuni, Asp a tutti gli ETS, con l’invio di ispezioni regolari e la nomina immediata di commissari ad acta in caso di indebito ritardo nel corrispondere le somme. È appena il caso di ricordare che le risorse, vincolate in bilancio per servizi di assistenza - che sono diritti incomprimibili delle più fragili categorie di cittadini, come disabili, bambini abusati, donne vittime di violenza - non possono essere distratte. È quindi intollerabile che la Regione consenta l’attuale regime di impunità, privo degli opportuni controlli, in cui pessimi amministratori e burocrati arroganti possono destinare ad altri scopi le somme, addirittura anni di stipendi, di quei lavoratori che garantiscono i livelli essenziali dei servizi di assistenza sociale e socio-sanitaria».