“Massimo allarme e contrarietà dal mondo della cooperazione nel constatare che persiste il disegno del governo Musumeci di cancellare gli istituti regionali per il credito agevolato. Si conferma l’intenzione di sacrificare Ircac e Crias, accorpandoli per costituire il super-Irfis, un ‘organismo unitario per il finanziamento delle imprese attraverso la concentrazione degli enti finanziari della Regione’, come si legge nel primo comma dell’emendamento presentato in Commissione attività produttive dall’assessore all’Economia Gaetano Armao. Un progetto roboante, ma confuso e superficiale”. Lo annuncia Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione generale delle cooperative italiane.
Unite alla ferma condanna al contenuto dell’emendamento di Armao in Terza Commissione da parte delle organizzazioni degli artigiani siciliani, Cna, Confartigianato, Casartigiani e Claai, che hanno annunciato mobilitazioni e proteste di piazza, si esprimono con grande decisione le centrali regionali dell’Alleanza delle cooperative, Agci, Confcooperative e Legacoop: “Se, come sembra, l’assessore Armao ha presentato un emendamento che ribadisce la volontà di realizzare il super Irfis, passando attraverso una inutile ed irritante soluzione intermedia che vede la fusione di Crias ed Ircac, significherà che non esistono più i presupposti di reciproca affidabilità che devono caratterizzare i rapporti tra Governo e parti imprenditoriali. Nello spirito di leale collaborazione con il Governo, senza pregiudizievoli opposizioni, avevamo infatti sostenuto la possibilità di un accorpamento tra Ircac e Crias con lo scopo di preservare il credito agevolato. Ed avevamo avuto più di una assicurazione che non si sarebbe riproposto il disegno dell’unico polo creditizio, che inevitabilmente avrebbe le caratteristiche di istituto bancario sottoposto alle regole di Basilea, cioè sancirebbe l’impossibilità di accesso al credito per decine e decine di migliaia di piccole imprese artigiane e cooperative. Anzi addirittura l’Assessore Armao aveva preannunziato l’istituzione di un tavolo tecnico al quale avrebbe invitato a partecipare due esperti in rappresentanza delle cooperative e due degli artigiani. Constatare adesso l’esistenza di questo emendamento azzera quindi la fiducia, mina l’affidabilità e pregiudica ogni nostra possibile apertura. Se le nostre posizioni devono essere strumentalizzate diciamo pertanto chiaramente che per noi il sistema deve rimanere cosi com’è”.
“L’obbligo di promuovere e tutelare lo sviluppo delle imprese cooperative e artigiane è stabilito dall’articolo 45 della Costituzione”, ricorda il presidente Agci Sicilia Michele Cappadona. “Sembra surreale l’idea di spacciare per efficienza la creazione di un polo per il credito indifferenziato, piuttosto che potenziare servizi finanziari specializzati per il credito agevolato. La concentrazione degli istituti finanziari della Regione in una mega banca sottoposta all’assessorato all’Economia sarebbe la morte del credito in favore delle piccole imprese siciliane sottocapitalizzate. L’ostinazione dell’assessore Armao a voler realizzare il suo progetto autoreferenziale, già stralciato dalla Finanziaria in Commissione Bilancio dopo la bocciatura anche degli stessi tecnici del Servizio Studi dell’Ars, non concertato con le parti sociali e contro la loro volontà, è un comportamento arbitrario intollerabile. Ci chiediamo il perché di questo progetto contrario agli interessi del tessuto delle piccole imprese e ci stupiremmo venisse condiviso da altri membri di Giunta regionale”.
Decisamente contrario in Commissione Bilancio si è pronunciato anche il deputato regionale Cateno De Luca: “La proposta di accorpamento di fatto di Crias, Ircac e Irfis con la sostanziale abolizione del sistema del credito agevolato per artigiani e cooperative è proprio quel sistema pasticcione di intervenire che non vorremmo più vedere”.
Stop alle aggregazioni tra Ircac e Crias. Non esistono i presupposti di affidabilità per un progetto condiviso
L’Alleanza delle cooperative, che rappresenta le tre maggiori sigle del settore in Sicilia, con oltre 5.000 cooperative, 300.000 soci, 70.000 addetti e 3,5 miliardi di fatturato annuo manda un chiaro messaggio al governo Musumeci. “Annunziamo fin d’ora la nostra netta opposizione ad un disegno del quale non si comprendono le vere ragioni, che non ha un presupposto progettuale chiaro e leggibile e che non mostra né gli obiettivi che dovrebbe raggiungere né le modalità con le quali dovrebbe operare. Se questa posizione non dovesse essere individuale dell’Assessore ma dovesse risultare condivisa dalla maggioranza spiegheremo quindi alla nostra base associativa come il Governo Musumeci intende, con inspiegabile pervicacia, azzerare l’unica possibilità di accesso al credito agevolato. Se invece è un refuso o una posizione non condivisa ci si affretti a ritirarlo. In tal caso il presidente Musumeci, che ha fatto della credibilità, della concretezza e della trasparenza la propria cifra politica, ci convochi e dia vita contestualmente ad un tavolo che, senza improvvisazioni, permetta, dopo la finanziaria, di trovare soluzioni caratterizzate da consapevolezza dei problemi delle imprese e capacità di dare loro risposta.”.