Il nuovo codice degli appalti e le possibili misure di prevenzione della corruzione al centro dei lavori, mercoledì 12 aprile, della commissione regionale Antimafia presieduta da Antonello Cracolici, che ha ascoltato i rappresentanti delle varie associazioni di categoria della Sicilia Ance, Confindustria, AGCI, Confcooperative, Legacoop, Unicoop, Casa Artigiani, Cna, Confartigianato.
«Le associazioni hanno manifestato non poche perplessità sul nuovo codice degli appalti che troverà attuazione dal primo luglio e che presenta per la nostra regione rischi enormi - ha detto il presidente Cracolici - dalle modalità di affidamento diretto da parte delle stazioni appaltanti, per lavori fino a 140mila euro, a quelle con procedure negoziate da 140mila euro a 5 milioni e 300mila euro, ovvero che prevedono inviti, senza gara, e con un numero limitato di imprese, da 5 a 10, a cui affidare i lavori. Inoltre, tra i problemi evidenziati del nuovo codice, il subappalto a cascata determina il rischio che le imprese aggiudicatarie siano soltanto scatole vuote senza avere specifiche competenze nel settore dei lavori da realizzare. Sono stati inoltre evidenziati limiti al sistema dei controlli che rischiano di produrre caos amministrativo e meccanismi di arbitrio sulla gestione delle opere pubbliche». Il presidente ha poi ribadito l'intenzione di costituire un osservatorio sulla gestione degli appalti per agire anche attraverso la stipula di protocolli di legalità, coinvolgendo gli enti appaltanti e le associazioni di categoria per monitorare il sistema e introdurre degli elementi correttivi “che possano dare certezza alle procedure e alle modalità di realizzazione delle opere – ha aggiunto Cracolici - superando le diverse problematiche che si paleseranno. Individuando sistemi come il bando-tipo al quale tutte le sa e cc (stazioni appaltanti e centri di committenza) si dovranno uniformare, e creando delle banche-dati in grado di monitorare in modo permanente le tipologie di imprese che opereranno nel mercato degli appalti pubblici”. Nel corso dell'audizione, il presidente Cracolici ha annunciato che comunicherà al governo della Regione, ai sindaci dei Comuni, alle stazioni appaltanti degli uffici degli UREGA alle camere di commercio e agli uffici delle prefetture l'intenzione di costituire l'osservatorio sugli appalti in Sicilia, per garantire maggiore trasparenza.
«Un Osservatorio costituito allo scopo di garantire trasparenza in occasione dell’entrata in vigore del decreto legislativo 36/2023 di riforma del “codice degli appalti” non può che essere un’iniziativa condivisibile e opportuna in un contesto come quello siciliano, molto fragile economicamente e sempre più drammaticamente oppresso dalle nuove emergenze, in misura maggiore delle regioni del Centro e del Nord», ha commentato Francesco Sprio, vicepresidente vicario dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI Sicilia.
«L’opportunità di costituire un osservatorio sull’applicazione del nuovo Codice degli appalti in Sicilia è coerente con i “due principi cardine” richiamati dalle parole del presidente Meloni in occasione della sua approvazione - continua Sprio . «Occorre garantire il “principio del risultato”, inteso come l’interesse pubblico primario del Codice stesso, che riguarda l’affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza; il “principio della fiducia” nell’azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici.
Il tema dei meccanismi di corretta gestione degli appalti pubblici è sempre stato di stretta attualità. I fatti di cronaca appresi su Consip testimoniano che qualsiasi procedura di trasparenza e garanzia può essere violata. Puntando ad evitare il rischio della mera retorica di protocolli di legalità slegati dalla concretezza, l’esperienza deve suggerire, nel semplificare e rendere più veloci gli step burocratici, la massima attenzione su aspetti tecnici e pragmatici essenziali, come l’informatizzazione nei processi di verifica preventiva e la massima comunicazione tra le banche dati che permettono monitoraggi e controlli. Tra i tanti aspetti essenziali su cui dedicare particolare attenzione - continua Sprio - cito i meccanismi di sub-appalto, le nuove società, il trasferimento della sede sociale dal Nord al Sud, la cessione del ramo d’azienda. Sottolineo però tanto l’importanza di garantire la correttezza dei contratti pubblici da parte delle stazioni appaltanti e dei centri di committenza quanto di assicurare la massima velocità ed efficienza nelle procedure e nell'esecuzione, avendo cura sia dei benefici economici che dell’estrema necessità della Sicilia di dotarsi delle infrastrutture necessarie per intraprendere una realistica programmazione in termini di politiche di sviluppo. Il vero “Ponte” che dovrà servire a unire la nostra Isola al resto d’Europa».