Michele Cappadona: “La vicenda Montante non sia pretesto per polemiche che avvelenano senza costrutto i temi critici per il mondo della cooperazione. Garantire la rappresentanza attraverso l’alternanza, primo passo del dialogo con il governo regionale per rifondare le politiche attive di settore”.
L’inquietante vicenda giudiziaria che ha portato in carcere Antonello Montante, cavaliere del lavoro, presidente in carica della Camera di commercio di Caltanissetta, già presidente di Sicindustria e di “Retimpresa Servizi” di Confindustria Nazionale, delegato di Confindustria per la Legalità, innesca una polemica all’interno del mondo della cooperazione. Unci e Unicoop Sicilia hanno infatti chiesto al governatore Nello Musumeci e all’assessore alle attività produttive Mimmo Turano “l’immediata revoca di tutte le nomine effettuate dal governo Crocetta di pertinenza dell’assessorato Attività Produttive, ad iniziare, prioritariamente, con l’azzeramento dei vertici di Ircac su cui Unci ed Unicoop Sicilia hanno già presentato esposti e denunce alla procura della Repubblica ed al Tar“.
Indagini su "un governo clandestino, che avrebbe avuto al suo vertice l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante"
“Lo strappo sull’Ircac con la nomina di Sam Ben-Abdeleali e degli altri due componenti il Cda”, designati da Confcooperative e Legacoop, “rappresenta l’ultimo atto di cinque anni votati al ridimensionamento scientifico della cooperazione siciliana anche, e questo è molto grave, con complicità all’interno del sistema cooperativo. In tal senso Unci e Unicoop Sicilia - prosegue la nota a firma dei presidenti Pasquale Amico e Felice Coppolino - hanno letto la scelta del governo Crocetta nell’avere tolto alle cooperative siciliane la possibilità di godere del benefit del 50% sul costo della revisione in un momento di grave crisi economica e del sistema imprenditoriale. Vogliamo sapere – conclude la nota – cosa intende fare della cooperazione siciliana il governo Musumeci e se intende rimuovere le ampie zone grigie rimaste dal governo Crocetta. Unci e Unicoop Sicilia chiedono la revoca delle nomine, il ripristino delle agevolazioni a favore della cooperazione siciliana e il recepimento della legge 59/92″. Durissima la replica dei vertici siciliani di Confcooperative e Legacoop che, “tenuto conto delle gravissime affermazioni fatte dai rappresentanti di Unci ed Unicoop, che hanno inteso da un lato accomunare le nomine in Ircac al quadro di comportamenti che emergono dall’inchiesta ‘Montante’ e dall’altro subdolamente lasciare intravedere presunti ‘do ut des’ attraverso i quali si sarebbero ottenuti posti nei consigli di amministrazione a fronte della mancata opposizione a provvedimenti sfavorevoli alle cooperative” hanno sùbito prennunciato azioni giudiziarie a tutela. Sull’argomento interviene Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione generale delle cooperative italiane. “In questo momento in cui all’ordine del giorno del Parlamento siciliano è in discussione il ddl collegato alla Finanziaria che contiene la riforma del credito regionale, sembra opportuno cogliere l’occasione di risolvere definitivamente criticità e penalizzazioni verso il settore della cooperazione che vengono riferite all’infausta stagione del governo Crocetta. Piuttosto che chiedere, anche per via giudiziaria, quale centrale cooperativa debba prevalere sulle altre esprimendo posti in consigli di amministrazione, che potranno peraltro solo ridursi nel caso che l’Ircac e la Crias vengano accorpate in un unico istituto di credito agevolato, sarebbe il caso di introdurre piuttosto una norma che garantisca l’alternanza di tutti gli organismi di rappresentanza. I consiglieri da loro indicati, senza compenso, non dovrebbero essere naturalmente dirigenti o dipendenti di una centrale. Non si capisce perché se la presidenza della UE, certo più impegnativa di un posto in cda all’Ircac, viene assegnata ogni sei mesi ad una nazione diversa, non possa essere ritenuto opportuno prevedere che tutte le centrali cooperative riconosciute si debbano alternare, per garantire che nessuna venga esclusa dai meccanismi di tutela e dalla politica di gestione delle risorse in favore delle imprese. Da questo primo ragionevole criterio potrebbe iniziare un nuovo, diverso e proficuo rapporto tra governo regionale e mondo cooperativo, che tutti auspichiamo”.