«Voglio che il vostro prezioso contributo alla riforma possa arrivare al Tavolo per l’Editoria sgombro dalle preoccupazioni del presente e, in tal senso, vi assicuro tutto il mio impegno nel comunicarvi risposte certe». Così scriveva il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Luca Lotti lo scorso 11 marzo.

luca lottiCausa Italicum, la convocazione del tavolo per l’editoria prevista per martedì 28 aprile, è saltata ancora. Il nuovo appuntamento è fissato alle 15 di martedì 12 maggio. Al Tavolo sono invitate una trentina di associazioni che rappresentano tutta la filiera, dagli editori agli edicolanti, «poiché soltanto con uno sguardo così ampio è possibile riorganizzare davvero il settore» scriveva Lotti.

Sarebbe una riforma davvero “storica”. Il problema è che il 30 aprile si chiudono i bilanci delle società editrici e ancora non si sa nulla dei contributi 2014 e della capienza del fondo per il 2015. Lo stesso Lotti e il suo staff sono ben consci dell’emergenza, che coinvolge in particolare l’editoria non profit: «È evidente che ogni approfondimento che volessimo sviluppare all’interno del dibattito del Tavolo per l’Editoria non sarebbe possibile senza la risoluzione delle urgenze relative alla copertura dei contributi 2014 e alle previsioni per il 2015», aveva scritto nella lettera.

il rischio, a questo punto sempre più realistico, è che «senza un’adeguata integrazione delle risorse a disposizione, chiuderanno moltissime testate e si perderanno migliaia di posti di lavoro», come ammoniva proprio ieri Roberto Calari di ACI Comunicazione.

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