Lo squalo è uno degli animali che più incutono timore. Eppure anche i pesci cartilaginei, cui appartengono gli squali in via di estinzione nel Mediterraneo, sono parte di quella biodiversità che garantisce la sopravvivenza della vita sulla Terra.
Lo squalo elefante, il più grande pesce del Mediterraneo (il secondo nel mondo, dopo lo squalo balena), è inoffensivo per l’uomo. Si nutre di micro-plancton e può raggiungere una lunghezza di 12 metri e un peso di 10 tonnellate.
Il progetto Sharklife, terminato lo scorso giugno, è stato finanziato nell'ambito del programma europeo LIFE per l'ambiente e il clima, che prevede specifiche linee di azione per la tutela della natura e della biodiversità.
Abbiamo chiesto a Giovanni Basciano, vicepresidente nazionale AGRITAL, sigla che comprende le cooperative del settore Pesca dell'Associazione Generale delle Cooperative Italiane-AGCI, quali sono le criticità su cui è intervenuto il progetto.
"L’AGCI Pesca a partire dai primi anni 2000 ha partecipato a numerosi progetti Life finanziati dalla UE: Life Delta, Life Tartanet, Fish Scale, Sharklife, Tartalife. Tutti (meno Fish Scale) con l’obiettivo di ridurre l’impatto su specie "non target" (tartarughe marine, delfini, squali); Fish Scale eseguito assieme all’Acquario di Genova invece aveva l’obiettivo di diffondere una maggiore conoscenza delle specie meno note tra i consumatori. La presenza di AGCI in tutti i progetti era rivolta alla diffusione presso gli operatori .
Il progetto SharkLife finanziato dalla Ue è un'iniziativa promossa da un composito partenariato con il CTS — Centro Turistico Studentesco e Giovanile (capofila), l’AGCI-AGRITAL, Cibm, Fondazione Cetacea Onlus, Parco Nazionale dell’arcipelago di La Maddalena, Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, con cofinanziamenti del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, del Parco Nazionale dell’Asinara e della Provincia di Reggio Calabria
In Europa il 7,5% delle specie di pesci marini europei è a rischio di estinzione come conferma il rapporto pubblicato da poco dalla IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e dalla Commissione Europea. Il dato più allarmante riguarda gli squali, razze e chimere: il 40,4% sono ad altissimo rischio di estinzione. La Lista Rossa pubblicata dalla Commissione Europea ha stimato che il Mar Mediterraneo, dove vivono più di 80 specie tra squali e razze hanno il più alto numero di specie minacciate."
Lo squalo, apprezzatissimo in oriente per le sue pinne considerate una prelibatezza da buongustai, è del tutto assente dalla cultura gastronomica europea. Nel Mediterraneo viene pescato quindi in via accidentale. Com'è possibile evitarlo?
"I nostri pescatori difficilmente pescano volontariamente pesci cartilaginei, che invece rappresentano specie accessorie delle attività di pesca. Il Progetto SharkLife iniziato nel 2011 si è posto l'obiettivo di implementare azioni urgenti per la conservazione dei pesci cartilaginei nei mari italiani, con una particolare attenzione al trigone viola ed allo squalo elefante, il pesce più grande del Mediterraneo. Lo scenario di partenza indica, in particolare per le due specie indicate, come il più grande rischio di estinzione sia dovuto alla pesca accidentale. Essendo animali che non hanno valore commerciale, ma che molto spesso vengono catturati accidentalmente, sono state adottate misure ad hoc per la riduzione della mortalità causata dalle attività di pesca professionale. Il trigone viola, è una specie pelagica che vive a grande distanza dalle coste spesso catturata accidentalmente soprattutto durante la pesca al pescespada. Con il progetto SharkLife si è voluto dimostrare che gli ami circolari caratterizzati da una curva molto chiusa e già sperimentati dall’AGCI Agrital con precedenti progetti life, per limitare i danni nelle catture accidentali di tartarughe marine, sono utili anche per evitare le catture dei trigoni.
Per questo motivo l’AGCI Agrital, associazione di cooperative di pescatori e partner del progetto, ha attivato la propria rete territoriale per programmare delle cale sperimentali utilizzando palangari armati con ami circolari in alcune regioni, ovvero Sicilia, Calabria e Puglia. Sono stati quindi fatti realizzare 5 palangari completi di 1.000 ami circolari ciascuno e, individuate le marinerie di riferimento, sono state condotte 3 distinte campagne: nell’estate del 2012, 2013 e 2015."
Dov'è avvenuta la sperimentazione e quali sono i risultati dell'uso di questi particolari attrezzature?
"Nel primo anno di attività, in Sicilia, sono stati coinvolti 6 motopesca appartenenti alla marineria di Porto Rosa e Milazzo. Le aree di pesca erano situate tra le isole Eolie e il Golfo di Patti e le uscite sono state 24 per un totale di circa 24.000 ami circolari. Da sottolineare che in questa area di pesca si è registrato il più alto numero di catture accessorie di tutto il progetto SharkLife; le specie catturate sono state trigoni viola e tartarughe marine della specie Caretta caretta. Entrambe le specie, insieme all’unica verdesca pescata, sono state liberate in mare. Nell’estate del 2013 sono state effettuate 12 giornate di pesca con 3 pescherecci della marineria di Bagnara Calabra.
Nel complesso le catture commerciali sono state buone, a dimostrazione del fatto che gli ami circolari non riducono le catture di pescespada. Nel mesi di maggio e giugno 2015 si è proceduto ad effettuare le ultime uscite in Puglia, coinvolgendo 6 motopesca, 4 di Lesina e 2 di San Foca, per un totale di 24 uscite e circa 24.000 ami circolari utilizzati. Storicamente nella marineria di Lesina non si effettua la pesca con il palangaro derivante, proprio per questo i pescatori hanno accolto con entusiasmo l’utilizzo di questo nuovo attrezzo che potrebbe favorire la diversificazione delle attività di pesca e ridurre la pressione su determinati stock ittici. Si è osservato che l’utilizzo e la diffusione su larga scala degli ami circolari riduce dell’80% la cattura accidentale del trigone viola."
Quali sono le modalità adottate per diffondere i risultati del progetto SharkLife e come potranno contribuire alla tutela della biodiversità mediterranea?
"Oltre ai pescatori, professionali e sportivi, al personale delle Capitanerie di Porto e ai veterinari, che si possono considerare “addetti ai lavori”, SharkLife ha avuto un altro importante destinatario: il grande pubblico che tra le varie attività ha potuto ammirare 5 mostre di cui 1 itinerante e 4 stabili, allestite nell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, nel Parco Nazionale di La Maddalena e in quello dell’Asinara e c/o la sede di Fondazione Cetacea, partner di progetto. La mostra itinerante, nel corso del progetto, è stata ospitata in 15 tra musei e acquari ed è stata visitata da oltre 200.000 persone.
SharkLife ha redatto un Piano d’Azione dove sono state riportate una serie di notazioni utili come base di discussione per future raccomandazioni legislative. Inoltre, sono state indicate le Linee Guida per l'aggiornamento delle normative europee, cosa che ha richiesto lo studio comparativo delle liste delle specie protette nelle convenzioni internazionali."