Il ministro alle Politiche agricole e alimentari Teresa Bellanova è intervenuta ieri scrivendo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro alla Salute Roberto Speranza sulle conseguenze che l’emergenza Coronavirus sta comportando nei confronti della filiera agricola ed agroalimentare.
Bellanova ha riferito come sia grave il registrarsi di reazioni politiche, dei mercati e di singoli attori economici incoerenti, ingiustificate e illegittime, alcune delle quali possono apparire speculative.
“L’attenzione forse eccessiva da parte dei media, il conseguente allarme da parte della popolazione, alcune discutibili prese di posizione da parte di altri Paesi, rischiano di mettere in ginocchio interi settori della nostra economia già fortemente sofferente”, dice Giovanni Basciano, vicepresidente Agci Agrital nazionale. “Il comparto agroalimentare è tra questi e quindi bene ha fatto la ministra Bellanova ad intervenire in maniera chiara e decisa scrivendo al presidente del Consiglio Conte ed al ministro della Sanità Speranza al fine di tutelare un comparto già pesantemente colpito dalle avversità stagionali (probabilmente conseguenze dei cambiamenti climatici in atto) con precisi e puntuali provvedimenti”.
Il ministro Bellanova fa riferimento alle posizioni assunte, già attraverso dichiarazioni sui mezzi di stampa, da parte di alcuni Paesi partner europei, che minacciano il blocco alle frontiere; agli annunci di alcune catene della Grande distribuzione europea, che chiedono “garanzie sulla sicurezza” degli alimenti provenienti dal nostro Paese; alla speculazione sui prezzi dei generi alimentari e delle materie prime; alla logistica e trasporti oltre frontiera, che stanno generando grande insicurezza per alcuni comparti produttivi (ortofrutta in particolare) a causa del comportamento delle autorità dei Paesi confinanti dell'Italia; alle disdette di prenotazioni e il blocco delle attività di circa 30.000 aziende agrituristiche.
Occorre sensibilizzare un intervento della Commissione europea, ed in particolare della Commissaria alla Salute - ha sostenuto Bellanova rivolgendosi al ministro Speranza - per affermare non legittime e tollerabili richieste di certificazione aggiuntive per i prodotti italiani, non sussistendo rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi. Ogni sorta di pratiche sleali verso il Made in Italy vanno condannate e devono essere immediatamente fermate.
Il ministro Bellanova, per scongiurare il profilarsi di un eventuale blocco delle esportazioni di prodotti italiani ritiene necessario un DPCM che preveda specifiche misure per il settore agricolo e alimentare.
Il testo della lettera del ministro alle Politiche agricole e alimentari Teresa Bellanova
Al Prof. Giuseppe Conte
Presidente del Consiglio dei Ministri
All’On.le Roberto Speranza
Ministro della salute
con riferimento alle misure che il Governo ha intrapreso per il contenimento e la gestione dell'emergenza epidemiologica dovuta al COVID-19, ritengo doveroso segnalare talune esigenze indifferibili emerse anche dal confronto con le rappresentanze della filiera agricola ed agroalimentare, con i sindacati dei lavoratori e con gli assessorati regionali all'agricoltura.
Tra le problematiche che preoccupano il settore Vi segnalo, in particolare:
le reazioni di alcuni Paesi partner europei, che con la minaccia di blocco alle frontiere delle persone provenienti dall'Italia, stanno spingendo la manodopera (anche stagionale) estera e rientrare nei Paesi di provenienza penalizzando le nostre aziende;
la presa di posizione di alcune catene della Grande distribuzione europea, le quali chiedono garanzie sulla sicurezza degli alimenti provenienti dal nostro Paese;
la speculazione sui prezzi dei generi alimentari e delle materie prime;
la logistica ed i trasporti oltre frontiera che stanno generando grande insicurezza per alcuni comparti produttivi (ortofrutta in particolare) a causa del comportamento delle autorità dei Paesi confinanti dell'Italia;
le tensioni economiche e soprattutto di liquidità delle imprese per la gestione delle attività in fase emergenziale;
le disdette di prenotazioni e il blocco delle attività di circa 30.000 aziende agrituristiche.
In tale contesto, sono personalmente impegnata a tutti i livelli per scongiurare il blocco delle esportazioni di prodotti italiani. Si tratta di pratiche sleali che vanno condannate e devono essere immediatamente fermate. Proprio ieri ho scritto al Ministro Speranza chiedendo di sensibilizzare un intervento della Commissione europea, ed in particolare della Commissaria alla Salute, per affermare che non sono legittime e tollerabili richieste di certificazione aggiuntive per i prodotti italiani, poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi.
In questa prima fase di contenimento e gestione del fenomeno, ritengo sia necessario un nuovo DPCM che preveda specifiche misure per il settore agricolo. In particolare, occorre:
a) continuare a garantire i controlli qualitativi e sanitari dei prodotti agroalimentari, assicurando a tutto il personale che fa i controlli gli strumenti adeguati, di intesa con il Ministero della salute e prevedendo esplicite deroghe per l'accesso degli Ispettori anche nelle "Zone rosse";
b) chiarire che i mercati alimentari, compresi quelli per la vendita diretta degli agricoltori, che in base al DPCM 23 febbraio 2020 conseguente al decreto-legge n. 6 del 2020, dovrebbero ricadere nelle attività commerciali, non rientrino nel divieto totale di "manifestazioni'
c) derogare alle disposizioni che attribuiscono ai soli veterinari dipendenti del SSN le visite ante mortem degli animali destinati alla macellazione speciale d'urgenza in orario diurno, attribuendo la possibilità anche ai veterinari aziendali;
d) specificare le attività essenziali riferite al settore agricolo attraverso una corretta informazione e deroghe sulla movimentazione (movimentazione bestiame, ortaggi deperibili, confezionamento e porzionamento dei formaggi, piattaforme logistiche, centri di distribuzione e magazzini dei caseifici, ecc.);
e) consentire l'entrata e uscita di automezzi che si recano o escono dalle attività considerate essenziali e che continuano a lavorare mediante:
l'ingresso di automezzi che trasportano latte, alimenti per animali, paglia, carburante agricolo, fattori di produzione in genere necessari all'attività ritenuta essenziale;
l'ingresso di automezzi di assistenza alle attività essenziali (assistenza impianti e macchinari esempio sala di mungitura, impiantistica di trasformazione, ecc);
l'uscita di automezzi che trasportano il prodotto trasformato verso piattaforme logistiche o impianti di confezionamento o stabilimenti di stagionatura o attività commerciali al di fuori della zona rossa.
Le predette indicazioni andrebbero fatte recepire anche in atti di indirizzo del Ministero dell'Interno a Prefetti e Sindaci per garantire l'uniformità applicativa su tutto il territorio nazionale.
È, comunque, importante che per tutte le attività che impattano sul settore sia coinvolto questo Ministero.
Per quando riguarda, infine, gli interventi a carattere economico, è indispensabile prevedere anche per il settore strumenti di tutela del reddito delle imprese agricole e agroalimentari (sospensione rate dei mutui, sospensione pagamento contributi, valutare ulteriori benefici fiscali) e una prima dotazione per il ristoro dei danni subiti dalle aziende. Inoltre, vanno introdotti strumenti a difesa dei lavoratori della filiera agricola e agroalimentare e delle imprese e professionisti a vario titolo colpiti dalle misure di contenimento (come ad esempio per gli enti fieristici che annullano evento o agli espositori che abbiano già pagato la propria quota e la cui partecipazione sia impedita per provvedimenti legati al contenimento).
Roma, 25 febbraio 2019