Sicilia Sicily bean sprout macro

Le conseguenze dell’emergenza sanitaria da coronavirus nel settore agricolo e agroalimentare per il crollo degli scambi commerciali sono tra i temi di maggiore attenzione, al centro dell’intensa concertazione con lo Stato che, nell’ambito dell’elaborazione dei provvedimenti governativi di contenimento della crisi, viene condotta anche in queste ore al tavolo della Conferenza delle regioni e province autonome.

Giovanni Basciano “L’agricoltura siciliana è una attività produttiva importantissima sotto il profilo economico, occupazionale e di cura del paesaggio, e comprende numerosi settori e filiere, dal vitivinicolo, al cerealicolo, all’ortofrutta, all’olivicolo, alla frutta da guscio, al florovivaistico, solo per citare le principali”, dichiara Giovanni Basciano, vicepresidente nazionale di Agci Agrital.
“Tutte le imprese e i produttori che compongono queste filiere stanno subendo e subiranno nei prossimi mesi danni serissimi in conseguenza dell’attuale situazione di emergenza.
Questa situazione impedisce o rende complicato ad alcuni di effettuare i lavori nei campi e nei vigneti, ad altri la raccolta e la consegna dei prodotti alle rispettive cooperative nel rispetto dei decreti intervenuti.
Per numerosi operatori però sta comportando il crollo delle richieste, perché se ancora i supermercati con le difficoltà citate vendono ancora frutta e verdure, altri prodotti non possono essere commercializzati per assoluta mancanza di richiesta. Pensiamo al florovivaistico che aveva pronte le produzioni per le prossime festività pasquali e che invece dovrà buttarle via, o all’ortofrutticolo che ha ancora prodotto nelle piante e che avrà difficoltà a raccoglierle nel rispetto dei decreti intervenuti.
Il crollo della richiesta e la conseguente improvvisa abbondanza di prodotto ha comportato in moltissimi casi il crollo dei prezzi anche del 50% cui si aggiunge la concorrenza prodotta dall’arrivo di prodotto di importazione, principalmente dalla Spagna, a prezzi bassissimi.
Quindi gli interventi devono interessare tutto il settore ma avendo la necessaria attenzione a distinguere l’entità dei danni subiti e il loro peso all’interno delle imprese”.

Nel contesto di un generale gap infrastrutturale dell’Isola, anche l’agricoltura è stato un settore economico considerato di secondo piano, in cui non si è agita un’adeguata politica di modernizzazione e valorizzazione delle risorse. Eppure è un settore (dati Coreras) che vanta numeri da primato italiano nel biologico per numero di operatori e per superficie agricola utilizzata; e anche per l’occupazione nel settore agricolo, posizionando la Sicilia al secondo posto dopo la Puglia per numero di giornate lavorate.
Una sfortunata coincidenza vede l’emergenza da Covid-12 accadere in concomitanza ad un periodo di straordinaria siccità: gennaio e febbraio di questo 2020 sono risultati essere i più asciutti degli ultimi 100 anni. A risentire della mancanza d’acqua grano, foraggi, tutte le specie di cavoli, fave, i piselli e gli altri legumi, che avranno sicuramente uno sviluppo inferiore producendo di meno. Bloccato il lavoro delle vigne, dove non si possono effettuare nuovi impianti, e compromesso anche quello dei florovivaisti, particolarmente danneggiati anche dal Covid-19 anche in ragione dell’estrema deperibilità del prodotto.
La Conferenza delle Regioni ha approvato in queste ore all’unanimità, nell’ambito di misure di carattere generale sollecitate a beneficio di tutto il mondo agricolo, una piattaforma di richieste specifiche che vanno dal  florovivaismo al settore lattiero-caseario, dalla proroga dei bandi relativi ai fondi europei FEASR e FEAGA e degli adempimenti e dei controlli OCM all’aumento delle percentuali degli anticipi per le domande a Superficie e Strutturali, a procedure snelle di accesso al credito agevolato e ad altri strumenti finanziari. Nel documento figurano anche la proroga dei termini per la conclusione dei Piani di sviluppo aziendale dei giovani agricoltori; l’autorizzazione del pagamento dei saldi delle domande a Superficie, per le annualità precedenti al 2020; la semplificazione delle procedure di controllo di tutte le misure, con proroghe sulla tempistica e deroga delle scadenze, nonché la semplificazione su Durc e Antimafia; il ripristino dei voucher semplificati per la manodopera stagionale; procedure agevolate nell’assegnazione del carburante agricolo.

Occorre contrastare con decisione il pregiudizio insidioso sui prodotti Made in Italy, che potrebbe colpire duramente il loro consumo ed export, in Europa e nel mondo. Un numero crescente di importatori richiede certificazioni sulla sicurezza della merce (quali “virus free”, “non infected”, ecc). Certificazioni illegittime ed ingiuste, poiché non sussistono rischi di trasmissione del virus attraverso gli alimenti e gli imballaggi.
Non è possibile determinare ancora quando terminerà l’emergenza sanitaria, né quindi quale sarà l’effettiva estensione dell’emergenza economica indotta. Occorre quindi una seria programmazione di tutte le misure necessarie a garantire la tenuta del comparto, certamente con politiche non a breve termine ma di ampio e profondo respiro.

 

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