bandiera europeaAl Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen

Le scriviamo per esprimerLe alcune considerazioni sulla emergenza in corso e sulla urgente necessità di affrontare con strumenti adeguati gli effetti devastanti che sta producendo nella vita sociale ed economica del nostro continente e, in particolare, del nostro paese.

Le città sono vuote, le imprese sono ferme, le persone sono chiuse in casa in attesa di poter riprendere la propria vita. Nelle prove più dure della storia si è spesso ad un bivio: egoismo o solidarietà? Solitudine o cooperazione?

Anche in questa fase crediamo che la cooperazione è la soluzione, la via di uscita per gli Stati e i cittadini europei. L’Italia ha subito per prima l’emergenza, e le cooperative italiane hanno continuato a lavorare per la salute delle persone e per garantire prodotti e servizi necessari alle comunità.

L’Europa dei cittadini e di tutte le imprese, indipendentemente da forma e dimensione, l’Europa dei diritti sociali, della democrazia e delle libertà, l’Europa dei mercati aperti e della sostenibilità economica e sociale al contempo: questa è la nostra Europa, non quella del rigore burocratico, della tecnocrazia e degli egoismi nazionali.

Ora è il momento di correggere la rotta e, a fronte di una pandemia che minaccia la vita di milioni di cittadini, la solidarietà non può essere subordinata alle sole ragioni di bilancio.

L’Europa sorge “cooperativa”, prima di costituirsi in “Comunità”, e poi compattarsi in Unione. Oggi, affermare i soli interessi nazionali significherebbe alimentare pulsioni nazionalistiche già divampate fino a intaccare seriamente le istituzioni comuni.

E’ tempo di ampliare la capacità di azione delle politiche fiscali e monetarie. La situazione impone interventi straordinari, fin qui inediti, che consentano agli Stati di avere risorse dirette a sostegno dell’economia reale e a salvaguardia delle persone, di chi soffre di più.

L’accordo raggiunto in Eurogruppo è solo un primo passo; ma non potrà essere il solo Mes, seppur a condizioni apparentemente rivisitate e per l’ammontare di risorse previste per singolo Paese, a salvare l’Italia e l’Europa.

Auspichiamo, invece, che il “Recovery Fund”, previsto nell’accordo, ma rimandato, sia uno strumento efficace, da implementare con l’emissione di Eurobond straordinari e garanzie in comune.

Oggi è tangibile il rischio di alimentare, con politiche depressive per i prossimi anni, sfiducia e, questa volta, aperta avversione dei cittadini verso l’Unione Europea.

Il movimento cooperativo italiano continuerà a lavorare perché nessuno resti indietro: nessuno si salva da solo. E’ questa l’Europa che vogliamo.

L’Italia è un grande paese, libero e democratico, e chiede di potere dare appieno il proprio contributo, “in condizioni di parità con gli altri stati”, ad una Europa che torni ad essere ancora, e finalmente, cooperativa.

Mauro Lusetti, Presidente Alleanza Cooperative Italiane

Maurizio Gardini, Copresidente Alleanza Cooperative Italiane

Giovanni Schiavone, Copresidente Alleanza Cooperative Italiane

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