Centrali cooperative e sindacati insieme per promuovere l’utilizzazione di uno strumento efficace per risolvere crisi aziendali, garantire la conservazione del patrimonio aziendale e del know-how tecnico e produttivo.
Il workers buyout è l’acquisizione di un’azienda da parte dei suoi lavoratori organizzati in cooperativa. La prima esperienza del genere in Italia risale al 1978, quando i giornalisti e i tipografi dello storico quotidiano di Livorno “Il Telegrafo” (oggi “Il Tirreno”), acquisirono il giornale. Questa iniziativa ispirò la legge Marcora n. 49/1985 che nel tempo ha favorito la realizzazione di centinaia di WBO.
Per promuovere la diffusione e il consolidamento dei workers buyout cooperativi, in questo momento di grave emergenza, le tre centrali cooperative Agci, Confcooperative e Legacoop hanno sottoscritto il 21 gennaio 2021 un accordo con le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, in applicazione degli impegni presi nell’Accordo Interconfederale del 2018.
Workers buyout più precisamente indica una ristrutturazione aziendale, un salvataggio o un processo di conversione, in base al quale i dipendenti acquisiscono il possesso (in proprietà o in affitto) dell’intera azienda che li impiega o di una parte di essa costituendosi in società cooperativa. Va considerato, purtroppo, il crescente fenomeno dei sequestri e delle confische per mafia, riscontrabile in tutte le aree del paese che suggerisce ai lavoratori di promuovere il recupero della loro impresa anche come occasione di riscatto. La recente modifica al codice antimafia che consente l’assegnazione della stessa senza aspettare il 2° grado di giudizio può essere una opportunità per valorizzare ulteriormente il WBO.
Le centrali cooperative e i sindacati, in forza anche del nuovo accordo in materia, intendono promuovere i Wbo come strumento di democrazia economica e di partecipazione diretta dei lavoratori per scongiurare la perdita di occupazione, riducendo il ricorso agli ammortizzatori, dando continuità alla impresa e generando, inoltre, gettito fiscale per vie delle entrate derivanti da imposte e oneri previdenziali corrisposti dalla nuova azienda cooperativa.
L’accordo prevede la nascita di un Tavolo di confronto nazionale permanente per monitorare l’andamento delle situazioni aziendali che potenzialmente potrebbero essere inserite in un percorso di workers buyout promuovendo la formula dell’impresa recuperata dai lavoratori organizzati in cooperativa come possibile soluzione dei negoziati aperti presso i “tavoli di crisi”.