Decreto ministeriale aumenta giornate fermo pesca e impedisce flessibilità sulle specie da catturare. AGCI Agrital: "Disposizioni ingiuste e inaccettabili".
“Già si pesca pochi mesi all'anno sia per le restrizioni che per il maltempo, gli spazi di mare dove pescare sono sempre più ridotti e si pensa solo ad ulteriori riduzioni di giornate lavorative? Non è possibile pensare che la salvaguardia delle risorse ittiche passi solo attraverso la distruzione della pesca professionale. Bisogna urgentemente rivedere i meccanismi che stanno alla base delle politiche europee di gestione della pesca, tutte orientate a ridurre la pesca a quattro barchette di pochi metri buone per le cartoline ma non per sostenere economia ed occupazione.”
È quanto afferma Giovanni Basciano, vicepresidente nazionale di AGCI Agrital e responsabile Pesca Sicilia dell'Associazione Generale delle Cooperative Italiane, in merito alla pubblicazione del decreto nazionale che fissa un aumento delle giornate di fermo della pesca a strascico nel 2021 rispetto allo scorso anno.
“Abbiamo denunciato lo scarso coinvolgimento sulla decisione con le associazioni di settore e chiediamo che vengano urgentemente prese le iniziative per arrivare ad una modifica del Decreto. Inoltre è inaccettabile quanto previsto al comma 3 dell’art 2 del Decreto che prevede che i pescatori debbano dichiarare se intendono catturare gamberi (rossi, viola o rosa) o andare a pesci, dichiarazione che varrebbe per tutto l’anno, il che significa diminuire ulteriormente la flessibilità gestionale delle imprese costrette a fare un solo mestiere, obbligandole ad operare tutto l’anno sulle stesse risorse.”